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mercoledì 28 agosto 2013

CERIMONIA COMMEMORAZIONE 70°ANNIVERSARIO BOMBARDAMENTO STAZIONE FS SULMONA

(video)  clicca qui
SULMONA - Il 27 agosto 1943 l'avviazione alleata alle ore 11,30 attaccò la stazione ferroviaria di Sulmona e il dinamitificio "Nobel" di Pratola Peligna seminando morte e distruzione.Nel 70° anniversario di quella tragica giornata si è svolta ieri una cerimonia di commemorazione nel piazzale delle Vittime Civili di Guerra presso la stazione ferroviaria di Sulmona, con il saluto del Sindaco di Sulmona Peppino Ranalli e l'allocuzione di Lando Sciuba.Durante la cerimonia, in cui erano presenti molti sindaci della valle peligna e le autorità militari, è stata posta una corona d'alloro davanti al monumento che ricorda le numerose vittime di quella tragedia.(foto)
La cerimonia era stata preceduta da una messa nella chiesa della Madonna Pellegrina officiata da S.E.Mons. Angelo Spina Vescovo della Diocesi Sulmona -Valva.
"Nell'attacco sferrato dalle forze alleate, con 140 aerei con 69 fortezze volanti, furono sganciate 153 tonnellate di bombe a Sulmona e 17 aerei colpirono il dinamitificio di Pratola Peligna con 51 tonnellate di bombe scaricate.Ci furono 141 morti identificati, 40 non identificati ed altri dispersi.212 persone furono ricoverate all'ospedale di Sulmona, dove si eseguirono 50 interventi chirurgici rilevanti e 142 di chirurgia ambulatoriale.In totale furono circa 500 i
feriti", ha ricordato Lando Scuba."Poiché le casse per i  defunti erano esaurite, alcune salme furono inserite in casse composte dalle lamiere che i contadini  usavano per coprire le balle di paglia.Inizialmente si penso ad una fossa comune per le salme.Poi dopo la benedizione avvenuta nella stazione di Sulmona, grazie alla Confraternita di Santa Maria di Loreto, che mise a disposizione i loculi, furono portate al cimitero di Sulmona anche con mezzi di fortuna come le mambrucche, vecchi carri a quattro ruote"ha continuato Sciuba nella sua allocuzione durata quasi 40 minuti."Dinanzi all'entità della tragedia la città ha mostrato tutto il suo coraggio e la sua forza.Oggi è doveroso constatare che il sacrificio pagato in quelle circostanze non è stato  onorato e considerato da uno stato che taglia, sopprime, elimina ufiici, istituzioni come il distretto, il tribunale, le comunità montane, dimenticando cosi il sacrificio che nel nome della patria è stato offerto da queste popolazioni".Sciuba ha ricordato una bambina morta nel boschetto vicino alla stazione ferroviaria, che non venne reclamata da nessuno, perchè evidentemente chi poteva farlo è morto nella stessa circostanza."Quella figura innocente in qualche modo fu il simbolo di quella immane
Lando Sciuba
tragedia"ha ricordato Sciuba.Per quella bambina a cui non sorrise la primavera della vita, Sciuba ha voluto ripetere le parole che una famiglia romana scrisse per il proprio bambino di 10 anni, che era morto in altre circostanze nel boschetto."Eri un giglio e il signore ti colse per profumare le aiuole eterne del cielo"Sciuba ha poi proseguito"Abbiamo il dovere di guardare al nostro passato per trarne spunto per potere laicamente contribuire all'affermazione dei valori di solidarietà di rispetto e della consapevolezza del dovere del soccorso verso chiunque sia in difficoltà.Qui 70 anni fa 200 persone hanno testimoniato, con il loro sacrificio, la fede in valori cosi alti cosi' nobili e cosi belli"ha concluso Sciuba tra gli applausi dei numerosi presenti. 
Per l'occasione le Associazioni: Smemoranda Sulmona e Brigata Maiella Sezione  di Sulmona hanno allestito, in una stanza della Rotonda di San Francesco, una prima mostra foto documentaria in occasione del 70° anniversario del bombardamento della stazione ferroviaria di Sulmona che causò, la inagibilità totale dell’importantissimo nodo ferroviario, la morte di oltre centocinquanta persone identificate e il ferimento di circa quattrocento persone.Tale fu la violenza di quel bombardamento che i superstiti urlavano sconvolti per le strade cittadine “Ann zappat la stazione”.
 la Testimonianza di M. Di Marcantonio sul web
"Anche mia nonna è morta quel fatidico giorno al boschetto dato che era impiegata alla Stazione aveva solo 46 anni e mia madre rimase orfana a soli 11 anni per la seconda volta per aver perso il padre otto mesi prima tornato malato dalla guerra ....anni fa ogni 27 agosto piantavano un pino in ricordo"