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lunedì 6 gennaio 2014

"IL DIARIO DI SOLIMO..."AUDITORIUM COLMO DI GENTE PER LA PRESENTAZIONE DEL LIBRO DI FABIO MAIORANO

SULMONA - Auditorium dell'Annunziata stracolmo di gente sabato scorso per la presentazione del libro curato da Fabio Maiorano"Il Diario di Solimo, storia e storie quotidiane di un anno qualunque"realizzato con il contributo della Fondazione Carispaq."Sono commosso perché siete davvero tanti e se siete qui è perché voi mi volete bene e io voglio bene a voi".Ha esordito così Fabio Maiorano al cospetto della nutrita platea.
"Sono emozionato non mi capita sempre perché sono abituato a parlare alla gente, però l'emozione è tanta perché ritengo che un libro è come un figlio e questa mia ultima opera è stata faticosa"ha spiegato Maiorano."Spero che lo leggiate perché io mi sono comunque divertito a scriverlo.Sono andato alla ricerca delle storie un po strane, curiose e particolari.Ho voluto recuperare alle memoria dei fatti che normalmente non rimangono nel setaccio della storia.La nostra città è ricchissima di fatti e
avvenimenti e di episodi che meritano di essere ricordati.Se trovate qualche passo che è un pochino piu' frivolo, io vi dico che meritava di essere citato perchè è giusto che si ricordino tutti gli avvenimenti di questa città quelli belli e meno belli.Troverete anche cose che preferiamo dimenticare che ci hanno segnato ed hanno segnato la storia della nostra città e quindi dovevano essere ricordate.Insieme a Maiorano sono intervenuti il prof.Pasquale Orsini, docente alla Sapienza di Roma e Domenico Taglieri vice presidente della Fondazione Carispaq.
Le offerte che sono state raccolte nella distribuzione del libro serviranno a restaurare due dipinti storici di Sulmona ."Grazie alla vostra generosità noi riusciremo nei prossimi mesi a recuperare due icone straordinarie che si trovano a Sulmona. la Madonna del Riparo un affresco del 400 che si trova nell'attuale sede della Giostra cavalleresca e la Madonna della Potenza che si trova in via Aragona"ha ricordato Maiorano.





PREFAZIONE

Racconta una leggenda che Solimo, esule con l’amico Enea da Troia messa a ferro e fuoco dagli Achei, dopo molte peripezie approdò sulle coste del Lazio. Enea decise di fermarsi mentre Solimo si spinse nei territori più interni e montuosi della penisola; raggiunse una conca verde e fertile, un territorio ricco di acque e di selvaggina. Se ne innamorò e volle fondarvi una città alla quale dette il suo nome: Solimona, Sulmona. Celebrato dal poeta Ovidio nei Fasti ( IV, v. 78-81) e da Silio Italico nel De Secundo Bello Chartaginiense (IX, vv. 67-70), Solimo si è preso la briga di annotare in un diario, giorno dopo giorno, gli avvenimenti che nella sua città l’hanno colpito di più, l’hanno impressionato, l’hanno fatto sorridere e spesso l’hanno fatto anche arrabbiare: un diario nel quale Solimo ha privilegiato fatti e personaggi che nell’arco di oltre venti secoli sono assurti agli onori della cronaca “quotidiana”, magari hanno segnato anche in modo profondo la vita della comunità ma che, per ragioni il più delle volte inspiegabili, sono rimasti sempre confinati ai margini della storia “ufficiale, alla Storia con la Esse Maiuscola che finisce sui libri.
Purtroppo, qualche pagina del diario è rimasta bianca, probabilmente perché in quel giorno non è accaduto niente di rilevante o forse perché Solimo era in tutt’altre faccende affaccendato; in compenso, però, talvolta compaiono più storie in uno stesso giorno. Per distrazione o per carenza di notizie, inoltre, è capitato che il buon Solimo si sia dimenticato di annotare una data o di riferire particolari e dettagli importanti, ma poiché i fatti o i personaggi narrati sono tutti meritevoli di attenzione, mi sono arrogato il diritto d’inserirli nel diario con una data fittizia, però ben riconoscibile e delimitata dalle parentesi quadre [  ], così da evitare il rischio d’ingenerare dei “falsi storici” o possibili equivoci e fraintendimenti.
E’ ovvio che eventuali errori, imprecisioni, omissioni e refusi sono imputabili esclusivamente al…caro e vecchio Solimo che, per portare a termine questa sua fatica, ha consultato decine e decine di documenti d’archivio, giornali, periodici e libri; e poi, ha attinto anche ai ricordi personali.
Il diario segue la logica e l’impostazione del calendario ed è diviso per mesi:  ogni giorno del mese racconta una storia che è fine a se stessa, nasce e si conclude nell’arco di… ventiquattr’ore; la sequenza cronologica, tuttavia, risulta sfalsata, per così dire “schizofrenica”, poiché ogni avvenimento si riferisce – e non poteva essere altrimenti – al momento in cui è avvenuto o se n’è avuta contezza.
Interessante è anche l’apparato fotografico e il corredo delle immagini, per le quali Solimo ringrazia il dottor Paolo Buonora, Direttore dell’Archivio di Stato dell’Aquila, per aver messo a disposizione parte della collezione di Giuseppe Di Tommaso depositata nella Sezione di Sulmona;  la dottoressa Vincenza Tacconelli, Direttrice della Biblioteca Provinciale “Angelo Camillo De Meis” di Chieti; il dottor    Ezio Mattiocco, Salvatore Marinucci e i fotografi Giustino e Francesco Nuccetelli.

PRESENTAZIONE

La storia si può raccontare in tanti modi. Il più classico è la narrazione cronologica che, passo dopo passo, segue gli eventi nella loro evoluzione temporale; altre proposte attraenti sono i saggi e le monografie, che pongono l’accento su eventi particolarmente significativi e meritevoli di analisi critica e di approfondimento; come pure le biografie, che focalizzano l’attenzione sui personaggi più importanti in una data epoca o nel contesto preso in considerazione; efficace è anche il romanzo storico che, mescolando realtà e fantasia, tesse e intreccia sapientemente verità e verosimiglianze in un costrutto narrativo capace di calamitare anche l’interesse di chi, al saggio storico, predilige il genere letterario.
Fabio Valerio Maiorano ha scelto invece altri percorsi, almeno di recente: dopo Strademecum, il libro che ripercorre gli ultimi due secoli della storia di Sulmona attraverso il “pretesto” della toponomastica cittadina – una ricerca che la Fondazione Carispaq ha voluto pubblicare l’anno scorso proprio per l’originalità dei contenuti e per l’immediatezza del linguaggio –, lo studioso ha replicato la positiva esperienza privilegiando, questa volta, fatti e personaggi che il più delle volte non sono riusciti a diventare “storia”, ma sono rimasti emarginati o sono finiti nel dimenticatoio pur avendo segnato un momento della “vita quotidiana” della comunità sulmonese.
 Affidati alla memoria e alla penna di Solimo, esule con Enea da Troia in fiamme e mitico fondatore della città di Sulmona, fatti e personaggi sono stati annotati in un diario, il diario di Solimo, che dal primo gennaio al 31 dicembre racconta giorno per giorno la storia della città nei suoi fatti salienti, ma soprattutto nei piccoli e grandi avvenimenti che ne hanno scandito il “divenire”, dalla notte dei tempi ai nostri giorni.
Sorta di almanacco quotidiano, che scaturisce dalla lettura dei documenti d’archivio, dalle cronache dei quotidiani, dagli articoli di periodici e riviste, dalle pubblicazioni di autori locali e dai ricordi personali, il libro intende proporre Sulmona e i sulmonesi in un originale “mosaico” che, composto dalle tessere di un immaginario anno solare, prende forma di un canovaccio sul quale si snodano e si dipanano eventi, episodi e protagonisti che hanno attraversato la storia millenaria della città ovidiana.
Il diario di Solimo è corredato anche di un artistico calendario, il calendario di Solimo, che di fatto funge da indice del libro: accanto a ciascuna data è indicato il titolo dell’evento narrato in quel giorno, così da stimolare la curiosità e suscitare l’interesse “giornaliero” alla lettura di fatti e personaggi dei quali si sta perdendo – o si è persa – la memoria. Ogni mese del calendario è caratterizzato da due fotografie che ritraggono lo stesso angolo dell’abitato di Sulmona, l’una scattata in tempi passati, l’altra di recente, per collegare in una visione parallela la Sulmona di ieri e la Sulmona di oggi: un altro modo di raccontare la storia.