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venerdì 28 febbraio 2014

"I PATRIOTI DELLA BRIGATA MAIELLA E I PARTIGIANI, ANALOGIE E DIVERSITA'"

SULMONA - Si è svolto presso l'Auditorium dell'agenzia di promozione culturale in piazza Venezuela a Sulmona il convegno organizzato dalla sezione di Sulmona e Valle Peligna dell'Ass. Naz. Brigata Maiella, "I patrioti della Brigata Maiella e i partigiani, analogie e diversità".Presenti quattro reduci della Brigata Maiella, Gilberto Malvestuto, Raffaele Di Pietro, Ubaldo Grossi e Ennio Pantaleo, l'ex partigiano Giuseppe Di Iorio e i relatori il professor Marco Patricelli, e Silvio Cappelli che nel corso del convegno  ha presentato il libro di Patricelli"Patrioti, Storia della Brigata Maiella alleata degli alleati".
" Erano italiani ma indossavano l'uniforme inglese, erano soldati con regolare tesserino militare, ma non prendevano ordini dagli ufficiali del Regio Esercito e portavano il tricolore sul bavero invece delle stellette, erano resistenti, ma operavano di fronte al
Marco Patricelli
nemico e non dietro le linee, erano tutti volontari e potevamo andarsene in qualsiasi momento, ma nessuno lo fece mai".I Patrioti e i Partigiani sono due cose diverse tecnicamente, storicamente e documentalmente"ha spiegato l'autore del libro il giornalista Patricelli."La Brigata Maiella non era una unità partigiana, anche se a qualcuno fa comodo considerarla cosi.Era un'unità di patrioti perché aveva fatto dell'apartitismo la propria bandiera, ma soprattutto perché non combatteva una guerra partigiana.Era parte organica  prima del 5° corpo d'armata britannico e poi del 2° corpo d'armata polacco"ha ricordato Patricelli."Erano militari senza stellette e partigiani senza partito"ha aggiunto."Avevano il tesserino militare italiano ma non prendevano ordini dal regio esercito, perché, essendo tutti repubblicani, non avevano prestato giuramento di fedeltà ai Savoia

che ritenevano i responsabili dei disastri in cui era stata precipitata l'Italia con il fascismo.La storia di questi partigiani dovrebbe inorgoglire come abruzzesi e come italiani, perché in un periodo in cui nessuno era capace di fare le scelte giuste, loro la fecero e pagarono con il sangue quello sforzo di riconquistare sul campo la libertà invece di aspettare che altri la regalassero, libertà che non ha lo stesso valore".Il libro di Patricelli vuole lasciare un messaggio alle generazioni future."Nella storia noi abbiamo le nostre radici e la chiave di spiegazione del nostro presente e probabilmente anche le indicazioni del futuro, ma ce ne dimentichiamo troppo spesso"ha sottolineato Patricelli.
un momento di raccoglimento per ricordare i reduci scomparsi della Brigata Maiella