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mercoledì 3 maggio 2017

DA ROCCARASO A CASTEL DEL GIUDICE, RIPRENDE IL DIARIO DEI CONIUGI GREG

ROCCARASO - “Colazione silenziosa in hotel in quanto nessuno parlava inglese. Si parte  alle 9.00 in una fredda e pungente mattina indossando tutto ciò che avevamo.  Pedaliamo  per circa 3 km sulla collina attraversando alcuni villaggi tra cui Pietransieri. Probabilmente mio padre deve aver attraversato questa strada per scendere lungo il versante della montagna che porta al fiume Sangro. In questa zona tutte le costruzioni sono state bombardate dai tedeschi.
Dalle nostre ricerche apprendiamo che nel novembre  1943, 126 abitanti tra cui 36 bambini vengono  trucidati dai tedeschi e i loro corpi abbandonati nel bosco. I tedeschi pensavano che gli abitanti di Pietransieri stessero aiutando i partigiani. Abbiamo continuato per Ateleta dopo un piccolo rifornimento di cibo  in quanto nessun ristorante era previsto lungo il tragitto. Ancora 4 km di pedalata lungo le colline sotto la pioggia sino a raggiungere Borgotufi una struttura di  albergo diffuso nei pressi di Castel del Giudice. L’hotel villaggio consiste in accoglienti  piccole residenze con una magnifica vista sul panorama. Abbiamo ricevuto un caloroso benvenuto e alle 11.00 eravamo sistemati nella nostra villetta.
Mio padre non giunse in questo villaggio ma è stata la migliore sistemazione che potevamo chiedere per il nostro viaggio e il più vicino al percorso che William fece.

Sicuramente papà si lavò nelle acque gelide del fiume Sangro che avevamo attraversato prima di giungere a Castel del Giudice.
Ho fatto qualche esercizio di yoga e mi sono concessa una nuotata nella piscina coperta circondata da pareti di vetro con vista sulle montagne. Ho anche approfittato della sauna, dopo la quale, avvolta in uno spesso  asciugamano sono rientrata nel mio appartamento.
Abbiamo utilizzato la tecnologia del 21 secolo per studiare la storia Italiana e aggiornarci sugli eventi relativi al periodo storico in cui ci addentravamo approfittando di un pomeriggio ventoso e piovoso.   Questo mi fece osservare  che solo una volta papà parlò delle condizione atmosferiche nel suo diario: si riferiva ad una notte particolarmente rigida e immediatamente capii quanto noi fossimo fortunati. 
Durante la notte, pioggia, vento e tuoni hanno accompagnato il nostro riposo ma alle 9.00 eravamo già pronti per la partenza: 9 Km. fino ad Ateleta. Ci siamo inzuppati di  pioggia ma arrivati ad un bar, abbiamo gustato un caldo espresso italiano.  Visto il tempo inclemente, proseguiamo il viaggio su un autobus che dopo 4 Km. ci lascia presso  un bivio vicino un fiume.
 Riprendendo il diario di mio padre proprio da questo punto: “Abbiamo continuato a camminare  fino ad intorno le 11.00 , abbiamo guadato il fiume Sangro e ci siamo accampati sull’altra riva per mangiare. Avevamo anche del tea proveniente dai  pacchi  della Croce Rossa.  Approfittando della pausa, ci siamo rasati e abbiamo fatto una nuotata a stile libero prima di rimetterci in marcia per altri 3 miglia fino a raggiungere San Pietro Avellana”.
Peter ed io, dopo aver pedalato e camminato per 3 miglia lungo una ripida collina sotto una pioggia battente e un vento incessante siamo arrivati a San Petro e ci siamo rintanati in un bar per due ore.
Ho cercato una connessione internet per un ora e mezza e ho scoperto che potevo comunicare con il traduttore  in maniera piuttosto buffa. Perché non ci ho pensato quando eravamo nell’hotel di Roccaraso ? Avrebbe facilitato molto le cose.
Siamo arrivati a San Pietro al tramonto e abbiamo ricevuto la stessa calorosa accoglienza d Pescopennataro. Mio marito Peter ed io siamo entrati in due diverse abitazioni per mangiare. Il posto in cui mi trovavo io era piuttosto divertente. Era molto scuro all’interno, le luci sembravano non funzionare bene. Avevo l’impressione che qualcuno mi stesse spingendo dietro le spalle. Pensavo fosse un bambino.  Immaginate la mia sorpresa quando,  con le luci finalmente accese, girandomi,  mi accorgo di essere faccia a faccia con una capra. Immobile sulle sue zampe beveva tranquillamente dal lavandino ! Non ho mangiato li. Da alcuni racconti abbiamo scoperto che durante la guerra un fascista aveva segnalato ai tedeschi che c’erano dei prigionieri fuggiti in questo che all’epoca era un fienile. Con mio marito decidiamo di lascare questo luogo e di affrontare la sera pedalando.
Lasciato San Pietro Avellana sotto una leggera pioggia abbiamo pedalato per circa 17 Km. costeggiando la linea ferroviaria di Cerreto. Nel frattempo la pioggia diventava sempre più pesante e le nubi scendevano sempre più basse. Gli ultimi 2 Km. sono stati molto ripidi e mentre pedalavo pensavo che era solo pioggia ma che eravamo al sicuro e presto avremo avuto una doccia calda e un letto confortevole in cu dormire nella masseria Monte Pizzi un incantevole hotel a conduzione familiare.
Al nostro arrivo troviamo un calda cena che ci aspetta.

Gabry Di Mattia