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giovedì 4 maggio 2017

"PEDALANDO ATTRAVERSO LA STORIA"

Giorno 4
SULMONA - In una mattina fredda e nuvolosa abbiamo pedalato per 5 Km. in discesa verso Carovilli.  Ad attenderci una piacevole sorpresa: la banda del paese si preparava all’esibizione della domenica. Abbiamo fatto rifornimento di cibo e abbiamo trovato uno sportello bancario (raro in questa area). Prima di lascare il luogo abbiamo visitato la stazione ferroviaria che a quell’ora era assolutamente deserta. Ci siamo diretti verso una strada priva di traffico che costeggia la campagna fino a Pietrabbondante per circa 17km. Ci siamo fermati in un boschetto  che si affacciava sulla montagna incappucciata di neve e li abbiamo preso una tazza di tea.
Poi altri 10 km. di scollinamento fino al fiume Trigno.
Siamo passati sotto gli enormi pilastri  del ponte autostradale che attraversa la valle del fiume per circa 5 Km. Mentre attraversavo il fiume Trigno sono scivolata rischiando di inzupparmi nelle sue acque. Dopo aver guadato il fiume siamo risaliti sull’altro versante della montagna come se fossimo delle capre! Abbiamo continuato a camminare per alcune ore fino a fermarci vicino uno stazzo abbandonato. Dopo una breve riposo abbiamo ripreso a pedalare per circa 3 Km. fino a Bagnoli del Trigno.
Qui abbiamo sostato in un moderno hotel appena fuori la periferia del centro abitato ai piedi rocciosi della collina.
La popolazione del villaggio annovera 460 abitanti mentre le case sono circa 940. Un tipico villaggio italiano afflitto dallo spopolamento.
Tuttavia la birra di Bagnoli era ottima !  Stavamo sviluppando muscoli da montanari lungo il nostro meraviglioso viaggio.


Giorno 5
Mio padre non passò mai per Bagnoli del Trigno. Tuttavia qui c’era il solo hotel nelle vicinanze del nostro percorso. A questo punto dovevamo risalire verso nord e riscendere per San Biase. Abbiamo studiato le mappe per ore prima di riprendere il viaggio e abbiamo capito che sarebbe stato difficile arrivare alla prossima tappa. Abbiamo percorso prima 20 Km , poi 30 Km. di cui la maggior parte in salita.
Riprendendo dal diario di mio padre William White: “Siamo arrivati a San Biase al tramonto e ci siamo avventurati in un locale di sartoria del posto dove il sarto era intento ad appuntare le sue onorificenze di guerra  sul bavero. Diceva che era stato arruolato nell’esercito Americano nell’ultima guerra. Ci ha rifornito di cibo e vino ma non voleva che restassimo all’interno o nelle vicinanze del paese. Abbiamo lasciato la località verso le 21.00 felici ma barcollanti per il vino per cui decidemmo di dormire in un vecchio fienile che sembrava abbandonato. Stavo diventando molto abile nell’individuare simili sistemazioni. Tuttavia il primo che avvistai non era poi così abbandonato. Improvvisamente uscirono tre donne che correvano urlando in un abbigliamento che sembrava da notte. Per cui abbiamo deciso di scendere per oltre un miglio per cercare un altro giaciglio .”
Appena fuori San Biase abbiamo fatto conoscenza con Cristina una splendida diciottenne figlia di agricoltori che parlava inglese. Dopo aver parlato con suo padre per circa 20 minuti su quale fosse la strada migliore da seguire è arrivata Cristina con la sua Panda e ci ha accompagnato per circa 5 Km. in direzione Lucito.
Dal diario di mio padre William: “ Credo che finora abbiamo potuto mangiare in ogni posto in cui ci siamo fermati. E oggi siamo a Lucito. Abbiamo incontrato un sacerdote fuori il paese che stava spiegando ad un gruppo di ragazze qualcosa da un libro e con lui abbiamo potuto ricevere informazioni. Ci siamo fermati con loro per un po’ e ho notato che almeno tre di quelle ragazze erano molto belle. Non avevamo più parlato con donne da oltre due anni. Soprattutto con qualcuno che indossasse una gonna e avesse un aspetto voluttuoso e soprattutto che avesse vent’anni! “
Mi chiedevo se la nostra Cristina fosse una discendente di quelle ragazze, anche suo padre nonostante fosse oltre i quaranta era un bell’uomo.
Così scriveva papà; “ Sono riuscito ad avere una mappa strappata ad un atlante a San Biase.”
Mi è tornato in mente questo ricordo perché nonostante l’aiuto di Cristina abbiamo dovuto faticare per trovare Lucito. Tutta la tecnologia che avevamo a disposizione non potevano sostituire la pagina di un vecchio atlante geografico che avrei tanto desiderato avere.
Abbiamo iniziato una tappa ardita. Nulla di ciò che avevamo studiato e nemmeno le indicazioni di Cristina sembravano avere senso. Abbiamo potuto soltanto seguire le uniche due segnaletiche che indicavano “Lucito” . Nel primo tratto siamo passati per una via sterrata che attraversava una frana. Mio marito Peter ha dovuto faticare per portare le biciclette attraverso la strada fangosa e accidentata.
Non c’era alcuna strada per tornare indietro e noi eravamo scesi da una collina molto ripida per almeno 3 Km.  Abbiamo continuato a seguire la strada sterrata di nuovo in salita prima d arrivare a Lucito. A fine giornata abbiamo calcolato di aver percorso dai 30 ai 40 Km.  salendo e scendendo per molte colline.
La birra che abbiamo bevuto a Lucito è stata la migliore che io abbia mai assaggiato!
Avevamo lascito Bagnoli alle 8:45 e siamo arrivati a Lucito alle 15:30 senza fermarci per il pranzo. Non ci piace mangiare quando dobbiamo affrontare la collina ed è stato questo il problema: era tutto un percorso collinare. La nostra amica Karin ci ha raggiunti in macchina e ci ha dato un passaggio per 25 Km fino al B&B Ripabottoni in quanto non c’erano strutture a Lucito. Qui abbiamo passato due notti per ricaricare le “batterie” e ci siamo valsi dell’aiuto di Karin per avere informazioni sul prosieguo del nostro percorso.
A giornata concluso abbiamo riflettuto sul motivo della lunga discussione con Cristina e suo padre.  La strada che porta da San Biase a Lucito era soltanto una strada sterrata in parte franata. Quando questi percorsi secondari subiscono danni, difficilmente vengono riparate rendendo difficile dare indicazioni per il transito.
Karen è un’ottima cuoca. Abbiamo potuto apprezzare una eccellente  cena accompagnata con vino locale.  La conversazione è stata in inglese e alla fine di questa intensa giornata ho dormito profondamente.
Gabry Di Mattia