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venerdì 5 maggio 2017

"PEDALANDO ATTRAVERSO LA STORIA"

Giorno 6
Ripabottoni è un piccolo villaggio arrampicato su una collina nella regione Molise. Conta una popolazione di 450 abitanti e circa 900 abitazioni. Stessa situazione di spopolamento riscontrato in altri villaggi visitati. Sicuramente non c’è crisi abitativa da queste parti. Sembra inoltre facile avere bravi artigiani per lavori di ristrutturazioni. Durante la nostra passeggiata mattutina tra i vicoli e le stradine di ciottoli del borgo abbiamo intuito che esso potrebbe offrire molte potenzialità! Dopo poco siamo tornati a Lucito accompagnati in macchina dai nostri amici Karin e Gilles per passare un pomeriggio di festa tra fiori e musica,
cibo e danze per dare il benvenuto alla primavera. E ancora una volta ho cercato tra i visi degli abitanti i possibili discendenti di quella incantevole donna che mio padre vide.
In serata siamo tornati in paese e abbiamo cenato in una trattoria del luogo .
Da Ripabottoni a Celenza Valfortore.
Lasciamo Ripabottoni con la macchina guidata da Karin attraversando una zona collinare che porta a Sant’Elia a Pianisi . Osservando la parte esposta del borgo ho capito perché mio padre non è voluto restare qui.
Dal diario di William: “ Contro il mio parere, siamo entrati nel villaggio di Sant’Elia. Siamo stati accolti da un uomo che, urlando tra la folla, ci chiedeva: “Da dove venite? Dove andate? Abbiamo notizie che le vostre truppe sarebbero vicino Foggia. Li raggiungeremo in sette ore di cammino sostenuto.” Ho dovuto faticare per trovare la via d’uscita dal villaggio ed ora dobbiamo resistere ancora per un paio di giorni. Questa zona è un buon posto per nascondersi in caso di bisogno. Abbiamo ancora alcune uova per pranzo e questa notte dormiremo in un fienile. Anche le pulci staranno ancora con me! “
La mattina successiva abbiamo ripreso la marcia fino a Carlantino percorrendo strade ripide,  ventose e spesso danneggiate da frane. Abbiamo pensato che l’abitato sarebbe stato il luogo ideale per farci lasciare dalla nostra amica Karin. Il passaggio ci avrebbe poi permesso di pedalare fino a Calenza Valfortore. Non immaginavamo che il percorso sarebbe stato più difficile di quello che potevamo immaginare.

Dal diario di William: “ Carlantino sarebbe stato un posto ideale per fermarsi. Si trova lungo una strada secondaria , non c’è ferrovia nelle vicinanze ed è circondata da montagne coperte di boschi.”
Abbiamo continuato lungo la strada ripida per Calenza Valfortore, ma è stato subito chiaro che non saremmo stati in grado di pedalare lungo il tragitto che diventava sempre più ripido.
Abbiamo deciso di optare per la strada che portava al paese situato sulla cima della collina. Appena arrivati ci siamo fermati nella piazza per chiedere informazioni sull’agriturismo dove avevamo prenotato. E chi incontriamo ? il fratello del proprietario !
Ci ha raccontato che il paese era un bersaglio per i tedeschi, che a quel tempo, si trovavano sull’altro versante della collina. Tuttavia il paese subì danni contenuti.
La cosa davvero sorprendente era che guardando questo signore mentre parlava, notavo che aveva una straordinaria somiglianza con mio padre William ! I miei occhi continuavano a fissarlo mentre lo fotografavo. Non riuscivo ad evitare di riprenderlo anche da distanza ravvicinata, era un uomo dall’aspetto molto piacevole ! Più tardi ho pensato che avrei dovuto chiedergli una ciocca di capelli !  Mi avrebbe dato la sensazione che papà sarebbe stato con me un po’ più a lungo.
Finalmente arriviamo nel nostro agriturismo, una splendida località nei pressi d un lago. Ci siamo accomiatati da Karin con un po’ dispiacere. Eravamo di nuovo in assenza di sistemi di comunicazione wifi e ciò ci faceva sentire un po’ più vulnerabili. Nemmeno il traduttore dell’Ipad ci veniva in aiuto.
Questa zona attraversata da mio padre è molto vicina al tragitto che abbiamo fatto in macchina . Si trova a 55 Km. dalla strada principale e a 35Km dal sentiero pedonabile. Durante il pomeriggio abbiamo fatto una lunga passeggiata intorno al lago artificiale nel pressi dell’agriturismo. Credo sia stato quello che mio padre menzionava come il  “fiume” prima che venisse danneggiato e trasformato in lago.
Dal suo diario: “ Abbiamo attraversato il fiume alle 20.00 l’altra notte e ci siamo accampati ad alcune miglia sull’altro versante, era troppo ventoso andare oltre. Ci siamo fermati per qualche ora e poi abbiamo ripreso il cammino per un miglio lungo la strada. Ora  siamo di nuovo in sosta, ci siamo accampati e osserviamo i convogli sfrecciare lungo la strada principale.”
Gabry Di Mattia