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sabato 6 maggio 2017

"PEDALANDO ATTRAVERSO LA STORIA"

GIORNO 7
Da Celenza Valfortone a Faeto
Dopo aver cenato con un tipico piatto molisano, abbiamo dormito molto bene nel silenzioso e pacifico agriturismo che ci ha ospitato.Riprendendo dal diario di mio padre William: “ In questo momento sono le 14.00. Siamo svegli dalle 4.00 di mattina dopo aver dormito molto male in compagnia di pidocchi e tenendo costantemente un orecchio teso e un occhio aperto per controllare che la nostra guida non ci tradisse. Si chiama Orazio ma sembra una persona perbene oltre ad essere un grande camminatore.
E’ un ragazzo alto  poco più di 1 metro e mezzo e ci ha fatto camminare fino quasi a staccarci le gambe dal corpo. Con lui abbiamo percorso 35 Km. A giudicare dai bombardamenti su Foggia abbiamo dedotto che le nostre truppe non erano ancora entrate in città. Che Dio aiuti chiunque si trovi  lì   in questo momento, la città sta diventando un inforno con il coperchio. Se non fosse stato per la foschia e la polvere alzata dai bombardamenti, da qui  dove siamo seduti mentre mangiamo, saremmo stati capaci di vedere Foggia. Ci troviamo sulla sommità di una montagna che guarda la pianura in cui si trova la città.”
Il figlio del proprietario dell’agriturismo ci ha offerto un passaggio fino alla fermata dell’autobus per Lucera. Abbiamo optato per questo percorso dopo aver visto che la strada che ci aspettava era un saliscendi di colline molto ripide. Una volta scesi a Lucera abbiamo pedalato per 36 Km. fino a Faeto.
Quando abbiamo lasciato Celenza Valfortone prendendo una strada collinare molto ventosa abbiamo capito l’importanza dell’aiuto che Orazio diede a mio padre.
Siamo scesi dalla collina per circa 15Km prima di arrivare a Lucera e già da qui abbiamo potuto ammirare la piana di Foggia.
Abbiamo continuato a pedalare per altri 16 Km su una bella strada pianeggiante fuori Lucera. Poi la strada ha iniziato a salire per circa 10Km. lungo una collina ripida fino ad arrivare a Castelluccio Valmaggiore.
Mancavano solo 10 Km. per Faeto e abbiamo pensato che ce l’avremmo fatta per l’ora di pranzo magari prendendo un po’ di energia da un buon espresso !
Fortunatamente la signora del bar era inglese e ci ha detto che uno scuola bus sarebbe arrivato entro 10 minuti. Davanti agli studenti stupefatti abbiamo caricato le nostre bici sul bus a abbiamo approfittato di un passaggio gratuito! Questo non sarebbe mai accaduto in Australia ! Non possiamo che essere profondamente grati all’autista per averci regalato gli ultimi 10 Km. che si snodano lungo una collina molto ripida.
Ci siamo ritrovati a Roseto Valfortone, il luogo più vicino al tracciato che ha seguito mio padre. Si trovava a circa 15 km. a nord di Faeto.
Dal suo diario: “ A un paio di miglia fuori Roseto, ci siamo fermati presso una fattoria e dopo il tramonto ci siamo rifugiati in un fienile sdraiandoci su  paglia calda. Abbiamo dormito bene  e ci siamo svegliati all’alba. Quando la mattina siamo usciti dal pagliaio insieme a noi è uscito un grosso maiale nero con un sorriso simile ad un ghigno!”
Giunti finalmente a Faeto ci siamo sistemati in una accogliente piccola casa vacanze che si trova nel centro di un abitato molto antico. Fortunatamente c’era un buon ristorante locale.

GIORNO 8
Da Faeto a Savignano Irpino
Abbiamo lasciato Faeto in una splendida soleggiata mattina primaverile procedendo con una fantastica pedalata. I primi chilometri erano i salita, non pensavamo di riuscire a pedalare ancora, ma ce l’abbiamo fatta ! Superato lo  scollinamento,  abbiamo pedalato ancora per 15 Km. quasi tutti in discesa lungo una tranquilla strada di campagna superando varie frane e con una meravigliosa vista sulla fertile campagna di Savignano Irpino.
Dal diario di William: “ Abbiamo attraversato la ferrovia Benevento-Foggia e la strada Nazionale intorno alle 14.00. Ci siamo seduti sulla scarpata della collina e da lì abbiamo osservato il transito dei convogli tedeschi. Durante la marcia, a turno, andavamo in cerca di cibo nel villaggio. In questo modo potevamo controllare per quale versante passavano i convogli.”
Lungo il  nostro percorso ci siamo fermati in una pasticceria nei pressi di  una strada che costeggiava una linea ferroviaria abbandonata e qui abbiamo potuto sorseggiare il miglior espresso che avessimo mai bevuto. Abbiamo acquistato anche una bottiglia di prosecco per pranzo per provare a raggiungere lo stesso obbiettivo di mio padre. Questo percorso infatti viene menzionato nel suo diario: “ Appena scesa la notte alcuni carri  armati sono passati lungo la strada che si trova appena sotto la ferrovia che porta verso Foggia.”
Finalmente siamo arrivati in una splendida casa di campagna dove abbiamo ricevuto un caldo benvenuto da Pasquale. Abbiamo avuto seri problemi di comunicazione da risolvere mentre cercavamo di fare una ricerca su come arrivare alla nostra destinazione finale.
Il traduttore google ci è stato molto utile. Pasquale era perplesso sul motivo del nostro arrivo e su quale era il nostro obiettivo. Fortunatamente sono stata in grado di fargli leggere di articoli di Gabry Di Mattia ( il nostro contatto di Sulmona). Su richiesta di Gabry, giorno dopo giorno le invio il resoconto del nostro viaggio e lei dopo averlo tradotto lo pubblica su una testata online. Mentre leggeva i suoi articoli Pasquale era molto silenzioso e appariva chiaramente commosso.. Io stessa trattenevo a stento le lacrime mentre lo guardavo leggere. A quel punto ci ha offerto il suo aiuto per arrivare a Bisaccia.
Dopo un pomeriggio di riposo nella lussuosa casa di campagna, Pasquale ci ha dato un passaggio fino ad Ariano Irpino, un paese di 26.000 abitanti : la più grande città incontrata dopo Sulmona. Dopo un giro intorno al castello ci ha lasciato in un ristorante appena fuori le mura. Ci ha anche comunicato che la mattina dopo ci avrebbe portato  personalmente a Bisaccia in quanto con le bici o con l’autobus sarebbe stato troppo difficile.
Io stessa mi ero accorta della difficoltà in quanto, quella mattina,  avevo speso più di 3 ore su internet cercando di capire come arrivare a Bisaccia.
Gabry Di Mattia