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mercoledì 27 settembre 2017

OPERAZIONE "MASTER LIST". SMASCHERATO SISTEMA ILLECITO SU APPALTI PUBBLICI IN PROVINCIA DELL'AQUILA, SETTE ARRESTI

AVEZZANO - Dall’alba di questa mattina, su delega della Procura della Repubblica di Avezzano, la Squadra Mobile della Questura di L’Aquila sta eseguendo nelle province di L’Aquila, Teramo, Chieti, Pescara un’ordinanza applicativa di misure cautelari in regime di arresti domiciliari, emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Avezzano, nei confronti di 7 persone, tra amministratori locali, pubblici funzionari ed imprenditori, in quanto inseriti in un collaudato sistema illecito,
  da cui è scaturito il nome dell’operazione “master list”, finalizzato ad influenzare appalti pubblici in diversi comuni della provincia di L’Aquila.

AGGIORNAMENTO
 Le indagini, durate all’incirca un anno, hanno permesso di raccogliere gravi indizi di colpevolezza a carico degli indagati per i reati di corruzione, turbata libertà degli incanti , falso e rivelazione di segreto d’ufficio.
 Nel corso delle attività investigative sono stati registrati plurimi episodi di corruzione, palesatisi attraverso la dazione di denaro in parte in contati oppure sotto forma di consulenze, sponsorizzazione di una società di calcio dilettantistica, sub appalti a ditte di familiari degli indagati, acquisto di biglietti di lotterie patronali lotteria patronale, noleggio di tendoni per una festa e  contributi in beneficenza.
Il sistema messo in piedi dalle persone raggiunte dai provvedimenti restrittivi della libertà personale richiesti dalla Procura della Repubblica di Avezzano,  da cui è scaturito il nome dell’operazione “master list”, prevedeva un elenco di circa 15 aziende, specializzate in lavori pubblici, da far partecipare a gare di appalto già compromesse grazie ad accordi corruttivi con amministratori locali e pubblici funzionari. Le aziende intervenute, mediante offerte al ribasso, indirizzavano la gara verso la ditta prescelta per l’occasione, determinando un vero e proprio cartello di imprese, in grado di decidere l’esito degli appalti.
 Nel corso delle indagini è stato accertato che per un singolo appalto di circa 500.000 euro fosse stato pattuita tra gli indagati una percentuale di 20000 da dividersi quale corrispettivo per aver fatto vincere la gara alla ditta compiacente.