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giovedì 28 dicembre 2017

CARCERI ABRUZZESI. PER LA UIL PA POLIZIA PENITENZIARIA, "DA MONTAGNE RUSSE"

VIDEO INTERVISTA MAURO NARDELLA
SULMONA - "Il Dostojesky dei giorni nostri sarebbe impazzito se gli avessimo dato il compito di dare un giudizio sull’andamento attuale delle carceri abruzzesi. Nel calderone dei numeri che caratterizzano le realtà carcerarie della regione verde d’Europa oggi troverebbe, infatti, una situazione talmente confusa che il solo tentativo di ristabilirne un equilibrio diverrebbe un’azione quasi fantascientifica.
Non c’è da vantarsi quindi visto che lo stesso Dostojesky uno Stato, nella fattispecie l’Abruzzo, lo avrebbe giudicato andando a guardare ciò che accadeva nelle sue prigioni.
L’andamento tra le varie realtà ricorda più quello di un percorso da montagna russa che quello riferito ad un tragitto in canoa in uno stagno. Ad aumenti vertiginosi di numeri in un dato posto ritroviamo puntualmente una loro deflazione in altri.

Non sappiamo a chi imputare i meriti o le colpe. Fatto sta che il sottile equilibrio che caratterizzava l’andamento penitenziario gli anni addietro e che basava la ridistribuzione dei carichi come se fosse incardinato sul principio dei vasi comunicanti sembra essere andato in frantumi. Non è un caso che ciò sia coinciso con l’accorpamento del provveditorato dell’Amministrazione Penitenziaria abruzzese con quello laziale. Questo tipo di politica amministrativa sembra aver parafrasato un vecchio filmato da carosello allorquando un personaggio chiamato Cimabue ad una cosa fatta ne faceva corrispondere due sbagliate.
La Casa circondariale di Teramo sembra quella che più di tutte ha dovuto ricorrere ad una terapia salva stomaco atteso che si è vista aumentare in un anno il numero di detenuti di ben 124 unità e se ciò non bastasse ci aggiungeremmo pure che a complicare la situazione ci ha pensato l’arrivo di ben 88 detenuti stranieri e una serie di detenuti psicotici da far quasi rimpiangere la chiusura degli OPG.
Il tutto condito da un sovraffollamento di ben 139 detenuti rispetto alla capienza regolamentare.
Non certo migliore sembra essere la situazione in quel di Pescara e Chieti. Qui il sovraffollamento raggiunge livelli da far accapponare la pelle. Pescara con i suoi 35 detenuti in più rispetto all’anno precedente ed un sovraffollamento di 46 detenuti in più rispetto alla capienza regolamentare quasi arrossisce rispetto alla condizione nella quale vive la casa circondariale di Chieti. Qui si detiene il primato di carcere più sovraffollato  d’Italia (140 a fronte dei 70 regolamentari vale a dire il 100% in più). Quasi impercettibile invece è l’aumento di detenuti che ha caratterizzato l’anno penitenziario lancianese.
Parlavamo di montagne russe per cui un qualcosa che faccia da contraltare  non possiamo che ritrovarla nelle restanti realtà penitenziarie prima fra tutte Sulmona che ha visto calare il numero di reclusi di ben 37 unità anche se resiste il dislivello tra capienza regolamentare e detenuti presenti stimato in +89 detenuti. In calo, seppur di poco, gli internati a Vasto e i detenuti sottoposti a custodia attenuata ad Avezzano. Equilibrio assoluto a l’Aquila visto che il numero 180 risulta immutato rispetto all’anno scorso.
In generale in Abruzzo nel corso del 2017 si è visto un aumento di detenuti di ben 117 unità rispetto all’anno precedente. Ancor più vistoso è stato l’incremento di detenuti stranieri visto che dai 210 del 2016 si è passati ai 363 del 2017( +153). Tra questi ci ritroviamo per lo più rumeni (93), albanesi(68), marocchini (58), 17 tunisini e 12 senegalesi.


Regione    Provincia    Sede    tipoogia    Tot.
2017    Tot.
2016    Capienza
Regolam.    donne    Stranieri
2017    Stranieri
2016    Diff
gen
Abruzzo    AQ    Avezzano     CC    47    51    53        22    14    -4
Abruzzo    AQ    L’Aquila    CC    180    180    232    8    18    17    =
Abruzzo    AQ    Sulmona    CR    393    430    304        7    9    -37
Abruzzo    CH    Chieti    CC    140    123    77    27    25    17    +17
Abruzzo    CH    Lanciano    CC    217    230    204        26    18    +13
Abruzzo    CH    Vasto    CL    156    165    197        24    15    -9
Abruzzo    PE    Pescara    CC    326    291    270        93    60    +35
Abruzzo    TE    Teramo    CC    394    270    255    33    148    60    +124



Situazione non facile quindi in Abruzzo per ciò che attiene la componente detenuta. A  complicare ancor più la situazione  ci ha pensato quella riguardante i numeri riferiti al personale operante nelle carceri abruzzesi.

Purtroppo anche la Polizia Penitenziaria  ha avuto un taglio a seguito della legge Madia .
Nel 2016 il PRAP Lazio, Abruzzo e Molise  aveva una pianta organica prevista di n. 5648 ( solo il Lazio ne aveva 4052)  oggi con il nuovo DM 2017 invece il dato è di 5116, cioè  -532 unità.

La revisione degli organici di polizia penitenziaria, adottata quasi unilateralmente dal PRAP romano, sono stati fortemente rivisti in negativo. La Uil PA Polizia Penitenziaria nella riunione tenutasi al PRAP di Roma proprio per discutere della rimodulazione degli organici non ha ritenuto utile e giusto sedere ad un tavolo ove altro non ci sarebbe stata che una guerra tra poveri.
Riporto qui di seguito il contenuto della nota a verbale consegnata brevi manu al provveditore Cinzia Calandrino:

La UIL PA Polizia Penitenziaria, delusa per la decisione presa dall’Amministrazione penitenziaria di ridurre l’organico del Provveditorato,non ritiene di dover partecipare alla riunione odierna considerandola una presa in giro per il personale in servizio nelle carceri.
Il non rispetto della dignità dei lavoratori di polizia penitenziaria che quotidianamente sono chiamati a svolgere turni di 8 ore rispetto alle 6 stabilite per legge,evidenzia una regressione che dimostra il fallimento di un’Amministrazione incapace ed insensibile.
Non concedere riposi e congedi; far svolgere mensilmente oltre 40 ore di straordinario per sopperire alle carenze; richiedere continuamente sacrifici ad un personale anziano sia di servizio che anagraficamente, rappresenta la dimostrazione del  fallimento.
Torniamo a chiedere all’Amministrazione che garantisca:
turni di 6 ore ;
riposi e congedi;
regolare rotazione nei posti di servizio per una equa ridistribuzione dei carichi di lavoro.


Dalla riunione terminata con la ratifica delle proposte avanzate dall’Amministrazione fortemente penalizzata è risultata essere in questo contesto la casa circondariale dell’Aquila.




SEDE    P.ORG
2016    P.ORG
2017    DIFF.    ISP.
2016    ISP.
2017    DIFF SOVR.
2016    SOVR.
2017    DIFF.  

AVEZZANO    51    47    -4    4    3    -1    5    5    =   
L’AQUILA    208    167    -43    13    17    +4    12    18    +6   
TERAMO    215    216    +1    20    16    -4    25    23    -2   
CHIETI    80    84    +4    8    6    -2    8    8    =   
PESCARA    177    167    -10    18    15    -3    19    19    =   
LANCIANO    163    157    -6    16    13    -3    19    23    +4   
SULMONA    274    267    -7    20    20    =    19    25    +6   
VASTO    121    99    -22    11    7    -4    13    13    =   



La UIL auspica che per il 2018 la situazione venga invertita. Il tutto alla luce anche e soprattutto della riforma dell’ordinamento penitenziario voluta dal Ministro Orlando atteso che, in conseguenza del suo avvento, il numero di detenuti reclusi si dovrebbe assottigliare a vantaggio di soggetti che ,utilizzando le innovazioni prodotte dalla riforma , avranno modo di ricondursi alle misure alternative alla detenzione per scontare la pena o il residuo di essa e vivere, così, “liberi” dalle 4 mura di una camera detentiva, la loro condizione di rei.
Per ciò che attiene l’incremento degli eventi critici valutabili in un + 15% rispetto al 2016 riteniamo che molti degli stessi siano da ricollegare ad una cattiva organizzazione della c.d. Sorveglianza dinamica la quale, se da un lato avrebbe dovuto ridurre al minimo le insidie di un’ulteriore condanna da parte della CEDU facente seguito alla c.d. sentenza Torregiani, dall’altro sarebbe dovuta essere una buona formula per abbattere le deficienze organiche.
 Il fatto che non siano state attivate procedure idonee al soddisfacimento di entrambe le esigenze (quelle dei detenuti altrimenti ricorrenti alle magistrature di sorveglianza e polizia penitenziaria per l’età che avanza sempre più e l’aumento esponenziale di aggressioni subìte negli ultimi tempi) ci fa chiaramente capire che qualcosa va rivisto in tal senso riformulando con gli addetti ai lavori, i criteri di attuazione di questa nuova forma di detenzione che ha portato a dare una definizione nuova alle camere entro le quali sono alloggiati i detenuti facendola passare da cella a camera di pernottamento ( proprio per la peculiarità che dovrebbe avere di essere utilizzata esclusivamente per il pernottamento lasciando al detenuto la possibilità di passare gran parte della giornata al di fuori di tale area).

Il  Vice Segretario Regionale

Mauro Nardella

VERTENZA TRIBUNALI MINORI ABRUZZO.

In ordine a quanto riportato in oggetto la confederazione UIL Abruzzo tutta esprime soddisfazione circa l’attivata Commissione regionale sui tribunali minori così come disposta dalla legge regionale 10/2017 e successiva delibera di giunta 640/2017.
La costituzione della Commissione, fortemente voluta dalla Regione Abruzzo, come è dato sapere, è stata di recente oggetto di un incontro tra le S.V.I. ed  il presidente del Consiglio Regionale Giuseppe Di Pangrazio.
Consentire ai territori entro i quali insitano i suddetti tribunali di mantenere lo status quo significherebbe tantissimo in termini sia sociali che economici. I tribunali rappresentano indotti a tutti gli effetti e per questo motivo utili al soddisfacimento di quei requisiti imprescindibili ai fini de mantenimento della micro economia.
Capiamo altresì la necessità che il Governo ha avuto di dover far fronte all’ormai divenuto luogo comune della spending review e che in tempi non sospetti ha praticamente imposto di ridisegnare la dislocazione logistica dei palazzi di Giustizia. Tuttavia la ripresa economica, così come dalla stessa componente governativa nazionale più volte evidenziata, ci spinge a credere sempre più che controtendenze in ordine alla politica di preclusione al mantenimento in vita di presidii giudiziari ci possano essere.
A dimostrazione del fatto che utilissimo sarebbe il mantenimento così come attualmente contemplato dei vari presidii vi è la necessità di soddisfare le esigenze di istituti di pena sempre più coinvolti da un turismo giudiziario assai oneroso e non poco irto di difficoltà operative.
A tal proposito risulta determinante risaltare la grave situazione della Casa di reclusione di Sulmona. Per tutelare i diritti dei 420 detenuti in essa ristretti ed in procinto di raggiungere il numero di 700, si ha la necessità di eseguire pericolose ed antieconomiche traduzioni con tempi di impegno ed esposizione al rischio  notevoli stante le oltre 2700 ore complessive utilizzate del personale di Polizia Penitenziaria per soddisfare questa esigenza.
Medesimo discorso vale la pena farlo per gli istituti penitenziari di Lanciano e Vasto poiché non si hanno in Italia altre importanti strutture penitenziarie lasciate a così notevole distanza dal tribunale di Sorveglianza.
Avezzano rientra, invece, tra i bacini a più alto tasso delinquenziale e con numeri sicuramente meritevoli di essere considerati nella nomenclatura dei reati penali.
Si ritiene perciò auspicabile oltre che necessario l’istituzione  sia a Sulmona che a Vasto di una sezione distaccata del tribunale di Sorveglianza o quanto meno di un ufficio del giudice di sorveglianza capaci, da sole, di azzerare tempi, rischi e costi delle traduzioni. In tal senso si è espresso anche il Presidente della Corte d’Appello de l’Aquila nella relazione del 2012 di inaugurazione dell’anno giudiziario il quale, più che chiudere il tribunale di Sulmona, ne auspicava il potenziamento proprio attraverso l’implementazione di una sezione distaccata del Giudice di Sorveglianza. Dai dati dell’allegato tecnico alla relazione illustrativa dello schema di decreto legislativo n.155 del 2012 emerge altresì che il circondario del tribunale di Sulmona è, in misura assai vistosa, quello più distante dalla sede accorpante de l’Aquila. In tale documento, pur mancando qualsiasi dato sulle distanze dalla sede accorpante dei restanti comuni del circondario, si riporta la distanza di ben 112  chilometri dell’attuale sede di Sulmona riconoscendo l’esistenza  delle lamentate difficoltà di collegamento.
Nell’ordinanza del tribunale di Sulmona in data 21 febbraio 2013 si evidenziavano inoltre  le non ragionevoli difficoltà di accesso alla sede accorpante dalla totalità dei comuni del circondario di Sulmona, taluni ubicati sin ad oltre 150 chilometri dalla nuova sede su percorsi di montagna con temperature sino ad oltre 20 gradi sotto lo zero. A tali considerazioni vanno aggiunte altre espresse dal già citato Presidente della Corte d’Appello dell’Aquila il quale, sempre in ragione della relazione inaugurale dell’anno giudiziario 2011/2012, asseriva che il circondario del Tribunale di Sulmona si estende in aree interamente di montagna, poste per la gran parte oltre i 1200 metri di altezza, notevolmente distanti da qualsiasi altra sede, carenti di infrastrutture di collegamento al capoluogo di provincia e soggette a sfavorevoli condizioni meteorologiche, con frequente presenza sulle strade di neve e ghiaccio nel periodo invernale e che per tali ragioni, come già detto, oltre che per la presenza di uno dei più importanti istituti di pena italiani, il tribunale anziché della ventilata soppressione necessiterebbe di un suo potenziamento.
Secondo la UIL la soppressione dei tribunali abruzzesi, considerato quanto in premessa evidenziato, è altamente lesiva dei diritti dei consociati oltre che dei detenuti i quali, qualora dovesse essere ulteriormente portata avanti la loro politica di chiusura, sarebbero sottoposti a vessanti e costosi trasferimenti ogni qual volta intendano far valere i propri diritti dinanzi alla giurisdizione.
Calpestati sarebbero anche i diritti del personale di Polizia penitenziaria impegnato in lunghe attività di scorta con esposizione al rischio e sottrazione alla necessaria attività di vigilanza interna all’istituto.
Vale la pena considerare inoltre la necessità di dover delegare all’autorità giudiziaria de L’Aquila anche gli interrogatori ed esami testimoniali richiesti in via di prova delegata sui detenuti facenti capo al circuito AS1 ed AS3 oltre che a quello dei collaboratori di Giustizia altrimenti, e con enormi risparmi di spesa, così come spesso accaduto, effettuabili dai magistrati del tribunale di Sulmona.

Fermo restando la richiesta che la UIL Abruzzo avanza in merito al mantenimento dei presidi così come storicamente impostati propone, ma in estremo subordine, l’attivazione di procedure che mettano nelle condizioni le 4 città interessate di mantenere attivi i rispettivi palazzi di Giustizia attraverso il seguente schema di interventi:

1.    Creazione di n. 2 tribunali LANCIANO/VASTO e SULMONA/AVEZZANO con mantenimento degli attuali presidii;

2.    distribuzione di competenze tra i vari palazzi di Giustizia interessati ( esempio affidare a Sulmona e a Vasto le sezioni civile e Lavoro e a Lanciano e Avezzano quella penale);

3.    Attivazione di sezioni distaccate dei tribunali di Sorveglianza presso i tribunali di Vasto e Sulmona notoriamente interessati da un turismo giudiziario in funzione della presenza di numerosissimi detenuti che spesso ricorrono alle cure di tale consesso;

4.    ridisegnazione degli organici ed adeguamento degli stessi , ovviando all’impopolare ed oneroso trasferimento d’Ufficio, utilizzando il  metodo pensionistico a scalare ( non integrazione di nuovo personale in sostituzione di quello mandato in quiescenza fino al raggiungimento dei valori di cui alle piante organiche).