SULMONA - Chi oggi non è più giovanissimo ricorderà senz'altro il “Subbuteo” tra i suoi giochi d’infanzia. Negli anni in cui non esistevano consolle e playstation, il Subbuteo era uno dei giochi preferiti per coloro che amavano riprodurre su un tappeto di cotone verde le sfide tra i campioni del calcio. In sostanza, tutto il mondo del pallone nel salotto di casa propria. Una famosa pubblicità degli anni ’80 recitava che il Subbuteo “non è meccanico, né elettronico”. Infatti, tutto era lasciato all’abilità dei giocatori che posizionavano le undici miniature sul campo e si sfidavano a punta di dito in interminabili pomeriggi, dovendo osservare regole simili a quelle del calcio.
Oggi il gioco è tenuto in vita dagli appassionati e da quell’ ampia
platea di collezionisti che danno vita a mercatini, sia reali che in
rete, e borse scambio. Ed è proprio agli irriducibili amanti del
Subbuteo che si rivolge il volume scritto da Luca Di Ianni,
collaboratore del quotidiano “Il Centro” e collezionista. “Almanacco
illustrato del Subbuteo” è il titolo del libro, composto da 150 pagine interamente
a colori, che propone l’intero catalogo delle squadre di tipo LW
(Lightweight) e degli accessori, dagli albori fino alle ultime
produzioni: “Ho voluto mettere a disposizione degli amanti di questo
splendido gioco uno strumento utile”, dice l’autore, “ma anche
ripercorrere la storia di un gioco affascinante ed unico. Spero che
questo libro possa aiutare coloro che giocavano a Subbuteo a ritornare
con la memoria a una parte della propria infanzia e anche a riaccendere
la passione per un gioco ancora attuale, nella speranza si poter creare
anche qui in Valle Peligna un club-Subbuteo, come ce ne sono decine in
tutta Italia”.
La storia del Subbuteo è molto vecchia: il gioco nacque in Inghilterra dall’intuizione di Sir Peter Adolph alla fine degli anni ’40 e, tra alterne fortune ed evoluzioni, si diffuse in tutto il mondo ed in Italia soprattutto dagli anni’70, arrivando fino agli inizi del nuovo millennio, quando venne definitivamente travolto dai suoni e dalle luci delle moderne consolle di gioco. Nel mezzo, una storia di una produzione immensa di squadre (più di mille in catalogo, dalle vecchie “Heavyweight” alle più recenti “lightweight”) e di accessori di ogni tipo, con la possibilità di riprodurre per i più fortunati uno stadio in miniatura. Addirittura, ogni quattro anni il Subbuteo aveva il suo campione del mondo, in concomitanza con i mondiali di calcio.
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