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mercoledì 16 maggio 2018

NARDELLA(UIL) SU ORGANICI DI POLIZIA PENITENZIARIA:"SUPERCARCERE DI SULMONA ESEMPIO DA NON SEGUIRE"

SULMONA - "Lo dicevamo da tempo che la situazione presso il carcere di massima di Sicurezza di Sulmona, per ciò che concerne gli organici di polizia penitenziaria, era allo sbando ma mai ci saremmo aspettati che una contrattazione sulla rivisitazione del’organizzazione del lavoro potesse avere così sterili, per non dire nulle, conseguenze".-Ad affermarlo è Mauro Nardella Segretario della Camera Sindacale Territoriale Adriatica-Gran Sasso- La conferma di ciò che temevamo, e cioè il tracollo di qualsiasi tentativo di adempimento in materia di riassetto organizzativo del carcere di piazzale vittime del dovere, si è puntualmente verificato ieri allorquando i dirigenti UIL Christian Leone e Barbara Scudieri altro non hanno potuto fare che gettare la spugna dinanzi alle proposte avanzate dalla Parte Pubblica.
-Asserisce Nardella-La malattia, che da tempi non sospetti colpisce il penitenziario peligno è divenuta, grazie alla “sordità” ed oserei aggiungere incoscienza di chi ci amministra,  drammaticamente cronica.
Essa ha oramai portato all’esasperazione tutti gli uomini di polizia penitenziaria  atteso che gli stessi nulla riescono a trovare per ridare fiato alle proprie energie psico-fisiche se non un muro invalicabile.
Sono solo 246 gli agenti attualmente in servizio su 267 previsti dalla pianta organica che, bisogna ricordarlo, altro non è stata che il frutto di una decisione unilaterale presa dall’Amministrazione, mai accettata ne condivisa dalla UIL.
Il tutto, a fronte di un sovraffollamento di detenuti che supera le 100 unità, senza considerare che, di per sé, seppur a pieno organico, gli uomini al servizio della Casa di Reclusione sono troppo pochi per rendere garantibile ciò che di fatto non lo è più da tantissimo tempo.
Turni straordinari divenuti ordinari; ferie inizialmente concesse puntualmente, per subentrate inderogabili esigenze, non vengono fatte fruire così come si dovrebbe; servizi massacranti e non più psicologicamente e fisicamente sostenibili sono solo alcuni dirompenti aspetti caratterizzanti l’attuale situazione -Dice allarmato il segretario confederale-I volti scuri di tanti baschi blu che quotidianamente e sempre più si incontrano hanno un unico comune denominatore: STANCHEZZA!!!Non ce la fanno più i poliziotti penitenziari di stanza al penitenziario di Sulmona!!!
Non ce la fanno a sostenere ritmi di lavoro divenuti non più sostenibili ( non è un eufemismo affermare  che la situazione risulta estremamente allarmante)
La condizione nella quale è venuta a ricadere il personale della Casa di Reclusione di Sulmona non può essere ulteriormente procrastinata attraverso una politica di raschiamento che ha troppo condizionato in negativo il diritto di tutti i poliziotti ivi operanti, nessuno escluso.-Continua il sindacalista UIL-La Uil nel pieno rispetto della persona del direttore, vittima sacrificale di un’Amministrazione ingrata,  dice BASTA!!!
Dice basta alla soppressione del diritto continuamente calpestato da una politica di assottigliamento dell’organico frutto di una spending review che sta portando al massacro un personale ultra cinquantenne e troppo debilitato per sostenere ritmi che neanche un ventenne riuscirebbe ad assorbire;
dice basta alla trasformazione dell’ordinario in straordinario;
dice basta alla compressione del diritto ed il rilancio delle aspettative del personale attraverso  un auspicato alleggerimento, ovvero adeguamento della pressione lavorativa;
dice basta alla pretesa di sfiancare gli ultracinquantenni agenti. Essi non sono dei supereroi o almeno sono stanchi di esserlo;
dice basta ad un lavoro che dovrebbe essere affrontato con una adeguata serenità ma che invece viene continuamente e sempre più vissuto con un elevato stress;
Alle provocazioni noi diciamo NO!!!!-Tuona Nardella -
Siamo abituati a rispettare il prossimo e proprio per questo pretendiamo di essere rispettati!
E’ l’Amministrazione Penitenziaria che ci chiede ossequio alle leggi ma noi ad una legge palesemente non rispettata qual’è il contratto di lavoro non ci piegheremo MAI!!!
Come si può ben capire la conditio sine qua non è dalla UIL posta e pretesa.
Non sottoscriveremo mai un accordo se non reso perfetto dall’applicazione di tutte le norme previste dai codici in materia di diritto ed è per questo motivo che la proposta avanzata dalla Direzione non l’abbiamo ritenuta  minimamente condivisibile.
Il messaggio è chiaro: o applicazione in toto delle regole sancite dal contratto e  dall’ Accordo Quadro Nazionale oppure la UIL non firmerà mai più accordi.
Questo non significa chiudere le porte al prosieguo del dialogo con un gentiluomo, come lo è il Direttore Sergio Romice, ma un invito a rivedere, con il necessario intervento del Provveditorato Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria,  l’organizzazione del lavoro investendo su quanto di buono previsto dalle normative vigenti.
Turni a sei ore, assenza di accorpamenti di più posti di servizio, rispetto delle funzioni e dei ruoli del personale di Polizia Penitenziaria, garanzia incondizionata della fruizione del congedo ordinario senza l’assillo di dover essere richiamato in servizio,sono solo alcune delle richieste che la UIL chiede per offrire il suo contributo.
E’ finito il tempo delle deroghe all’ordinario. La UIL discuterà con la Parte Pubblica e sottoscriverà accordi solo ed esclusivamente in presenza della certezza del diritto.
Va da sé che proclamato risulta essere lo stato di agitazione di tutto il personale.-Conclude Nardella-



IL Segretario UIL CST A.G.S.