SULMONA - Due cartelli lasciati sulla facciata della sede storica del Liceo Ovidio per stigmatizzare ancora una volta la lentezza e le inerzie che hanno provocato lo stato di emergenza.Ieri mattina gli uomini sandwich sono scesi di nuovo in piazza contro le lungaggini burocratiche che fanno capo all’edilizia scolastica. Con i loro cartelli hanno sfilato lungo corso Ovidio fino ad arrivare al cortile di Palazzo San Francesco. E l’icona della nuova protesta simbolica è diventata la sede del Liceo Ovidio, abbandonata a sé stessa. Sulle chat di whatsapp girano le immagini dell’edificio storico chiuso da oltre dieci anni. Si percepiscono lesioni, umidità, muffe, erbacce. All’interno i segni del degrado appaiono in corridoi, aule, laboratori, biblioteca.
Oltre alla ristrutturazione si pone quindi anche il problema della conservazione di una storica scuola. Il Comune intanto sta cercando di sbloccare la situazione con la Soprintendenza che ha espresso perplessità, non per le vie formali, sul tipo di intervento. L’ufficio di Fossa ha dichiarato non ammissibile l’integrazione dei fondi perché l’importo di 4,9 milioni, tenendo conto delle modifiche apportate al progetto, supera le linee guida del miglioramento sismico. E’ scesa quindi in campo la Provincia per stanziare i fondi aggiuntivi ma servono i pareri di Soprintendenza e Genio Civile. La protesta degli uomini sandwich, che l’ultima volta sono stati incredibilmente identificati dalla Polizia, riguarda anche l’Istituto tecnico De Nino-Morandi, trasferito da cinque anni a Pratola Peligna e le scuole elementari Di Stefano e Lombardo-Radice.Andrea D’Aurelio
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