SECINARO - No
all’accorpamento e rilanciare la politica per la montagna. Secondo la Comunità montana
Sirentina è necessaria una nuova forma
di governance per territori da troppo tempo senza una guida politica. Il decreto
per accorpare i piccoli comuni rischia di modificare il territorio della
comunità montana Sirentina. Una zona interna dell’aquilano dove sono solo 4 i
comuni su 14 a
superare la soglia dei mille abitanti. “Con questi numeri” spiega il presidente
della comunità montana Sirentina Luigi Fasciani, “la protesta degli
amministratori ma anche dei cittadini delle zone interne è destinata a crescere.
Un malessere diffuso che rischia di trasformarsi in episodi di disobbedienza
civile. Atteggiamenti che devono essere evitati proponendo una politica di
attenzione a questi territori
sui quali da tempo sono arrivati tagli indiscriminati nonostante siano aree con evidenti svantaggi storici”. Puntare, dunque, su una politica di ampio respiro in grado di ridare slancio ai territori. “Dobbiamo lavorare” continua Fasciani “per la realizzazione di un tavolo tecnico dove prendano parte Regione, Provincia, Amministratori e rappresentanti delle associazioni come Unpli, Anci e Uncem.
Da questi incontri
deve scaturire una prospettiva di più ampio respiro che si potrebbe sostanziare
in un nuovo tipo di governance per i territori montani. Un passo che ad esempio
può essere fatto anche considerando le nuove tecnologie, i cambiamenti
amministrativi avvenuti negli ultimi anni e soprattutto, veicolando le risorse
economiche del terremoto in modo da avere delle ricostruzioni che tengano conto
dei reali problemi come lo spopolamento e l’assenza dei servizi”. Una ricetta
articolata che vede anche il benestare di altri amministratori. “Credo”
conclude Fasciani “che con la volontà di tutti si possa addivenire ad un nuovo
assetto amministrativo meglio centrato sulle necessità dei cittadini e più
vicino alle esigenze dei territori che non devono essere depauperati e devono
continuare ad esprimersi in modo democratico”.
sui quali da tempo sono arrivati tagli indiscriminati nonostante siano aree con evidenti svantaggi storici”. Puntare, dunque, su una politica di ampio respiro in grado di ridare slancio ai territori. “Dobbiamo lavorare” continua Fasciani “per la realizzazione di un tavolo tecnico dove prendano parte Regione, Provincia, Amministratori e rappresentanti delle associazioni come Unpli, Anci e Uncem.
Nessun commento:
Posta un commento