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giovedì 25 aprile 2013

DETENUTI REALIZZANO FUMETTO"LA NOSTRA ODISSEA"

SULMONA - E' stato presentato ieri presso la Casa di Reclusione di Sulmona il fumetto "La nostra Odissea", realizzato nell'ambito delle attività laboratoriali organizzate dal Centro Territoriale Permanete di Sulmona nell'Anno scolastico 2011/12 in collaborazione con il Ministero dell'Istruzione e il Ministero Della Giustizia Dipartimento Amministrazione Penitenziaria.Il fumetto, che trae spunto dall'analisi del poema omerico"Odissea", ha posto in rilievo il tema del viaggio-percorso che ognuno di noi si trova ad affrontare durante la sua esistenza.L'opera realizzata con il contributo dei detenuti del carcere di Sulmona,
è stata presentata dal direttore della C.R. Massimo Di Rienzo, da Fiorella Ranalli, Capo dell' Area Educativa, da Lino Gorlero fumettista che ha contribuito alla stesura del fumetto, da Enea Di Ianni dirigente scolastico e dai docenti del centro lettura  Mara D'Angelo, Dario Fusco, Angela Incani, Gianpiero Michetti, Sandra Pantaleo e Rita Tarantello.In questo progetto partito nel gennaio 2012 e terminato a maggio dello scorso anno, sono stati coinvolti 22 detenuti  12  del reparto AS1  e 10  di quello As2, detenuti che hanno commesso reati di tipo mafioso.

 Considerazione dei corsisti "Quando un uomo vive la propria vita in carcere a mio avviso ha solo poche possibilità o si abbandona alla noia o raccoglie le proprie forze e reagisce coltivando la propria anima accrescendo la propria cultura e la propria conoscenza nonostante un ambiente ostile e condizioni non sempre favorevoli. I miei ringraziamenti vanno anche alla direzione e a tutti i  referenti scolastici dell'istituto penitenziario grazie di avermi aiutato a conservare la mia dignità di uomo grazie per avermi dato l'opportunità di esistere non solo come numero di matricola e di manifestarsi attraverso il pensiero a tutti voi gentilissimi professori bagno ringraziamento più sentito per il vostro zelo la vostra pazienza è la vostra professionalità: un sorriso, un consiglio, un incoraggiamento ad andare avanti non mi è mai mancato" Carmelo Calabrò

"Quando abbiamo iniziato avevo molti dubbi su come avrei potuto gestire un laboratorio sul fumetto relativo al corso di lettura pensavo ad un percorso ricalcato sulle lezioni tenute dagli altri docenti che, senza discostarsi troppo dalle finalità del Corso avrebbe portato un po di colore senza pretendere di incidere particolarmente sul progetto"scrive Lino Gorlero. "Chiarisco, il fumetto è un linguaggio complesso e non si può certo spiegare,  ne tanto meno insegnare in poche lezioni, ma i miei scolari mi hanno insegnato che, anche e forse, dove meno te lo aspetti, la vita fiorisce in creatività"ha concluso Gorlero

 "Durante l'incarico che ho avuto qui a Sulmona ormai da circa un anno, per quanto sia sempre interinale, una delle cose che mi ha colpito fin dai primi mesi è stata questa vivacità di contributi culturali che è presente intorno all'istituto"ha affermato il Direttore del carcere Massimo Di Rienzo.Si fanno delle cose molto interessanti e pregevoli per l'Istituto di Sulmona  e per i suoi detenuti. Il prodotto che vedete è la concretizzazione di uno dei corsi di lettura che organizza il CTP di Sulmona.E' un lavoro secondo me di ottima fattura e di ottima qualità"ha aggiunto Di Rienzo."Approfitto della presenza della stampa per sottolineare un aspetto, un problema che al momento forse ai più sfugge.Più della metà dei detenuti, che hanno realizzato questo fumetto, sono condannati all'ergastolo, ad un particolare tipo di ergastolo cosiddetto ostativo.Cioè si tratta di quella condanna, che stando alla legislazione attuale non lascia speranze, nel senso che è un ergastolo che non vedrà mai la fine, non lo si vedrà mai esaurito.La favola metropolitana che si dipingeva fino a qualche anno fa secondo la quale in Italia poi alla fine l'ergastolo  non lo fa nessuno è appunto una favola metropolitana.In Italia esistono circa 800 detenuti  condannati all'ergastolo ostativo che, stando alla legislazione attuale, rischiano di vedere la fine dei propri giorni rimanendo qui in
docenti del centro lettura del CTP
carcere" ha spiegato Di Rienzo."Sulmona ne ospita grosso modo una sessantina e da qui a qualche mese questo numero aumenterà.Non so se possa appartenere al patrimonio giuridico di un paese civile una condanna di questo tipo"ha aggiunto."Si tratta di persone che negli anni giovanili hanno compiuto delitti efferati, su questo non ci sono dubbi.Però mi domando se dopo trenta e più anni di vita passata in carcere, passati nello stesso letto nella stessa cella, non si possa  cominciare a parlare in questi casi di poter dare a queste persone un barlume di speranza. Questo barlume lo potremo dare fino a quando ci saranno prodotti di questo tipo, fin quando la vivacità culturale e spirituale di queste persone sarà ancora viva e potrà produrre prodotti culturali di questo tipo"ha spiegato Di Rienzo. "Io vi invito a riflettere sul significato ulteriore che possono dare questi lavori.Bisogna continuare a fare in modo che certe persone condannate a una pena perpetua, possano ancora alimentare speranza.Spero sempre che anche per queste persone la legislazione primo poi possa imboccare una strada diversa"ha concluso tra gli applausi dei presenti Di Rienzo.
i fumetti realizzati dai detenuti