SULMONA - "Rivolgeremo un atto d'intimidazione al presidente della Regione perché noi paghiamo i servizi e li vogliamo. Qui si sta violando il principio di sovranità popolare". Così stamattina il legale del Tribunale per i diritti del malato, Catia Puglielli, che ha affrontato la questione del Punto Nascita a Sulmona. "Il punto nascita non interessa a tutti - ha continuato - ma la gente deve sapere che la sua chiusura potrebbe essere la punta dell'iceberg per l'espropriazione di questo territorio. Io ho già preparato questa intimidazione e la invierò a giorni alla Regione Abruzzo.
Nella lettera dico esplicitamente che per ogni morte che avverrà in Valle Peligna chiamerò a giudizio anche il governatore abruzzese perché lui è responsabile di questo territorio. Il direttore sanitario dovrebbe scendere nei reparti per vedere quello che accade in questo ospedale. Qui c'è bisogno di personale qualificato che sappia fare il proprio lavoro". Intanto nella struttura del Tdm peligno arrivano ancora una valanga di ricorsi per i tesserini sanitari. Due, ad ora, i ricorsi vinti.In circa 1.300 persone dal 2011 non possono sottoporsi ad esami per i blocchi della tessera. Un blocco che è in tutta Italia è stato applicato soltanto dalla Asl n.1 Avezzano-Sulmona-l'Aquila. Secondo la legge però, anche se dovesse esistere un blocco alla tessera sanitaria, ai pazienti bisogna garantire assolutamente gli esami normali escludendo, però, visite specialistiche. "Le tessere sanitarie - conclude Puglielli - devono essere sbloccate al più presto altrimenti sarò costretta a portare avanti anche altre cause". A tenere banco, però, ancora la questione del punto nascita. Continua l'occupazione a Palazzo San Francesco ed Edoardo Facchini ha sottolineato:"Abbiamo partecipato a tutte le manifestazioni perché lo riteniamo fondamentale per questa struttura. Adesso siamo riusciti s creare una situazione sulla quale lavorare. Tutti stanno lavorando su questa situazione e speriamo che le cose si risolvano presto". Intanto, il Tdm chiede a chi ha il "potere" in mano di sapere per quale motivo la sanità abruzzese è ancora commissariata.
Barbara Delle Monache