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lunedì 28 settembre 2015

"LA LORENZIN DECRETA LA SPOLIAZIONE DELL’OSPEDALE DI SULMONA"

SULMONA - "Con grande rammarico e dispiacere devo, purtroppo, lanciare un altro grido di allarme.L’imminente attuazione del Decreto Lorenzin, da parte della Regione Abruzzo, comporterà per l’Ospedale di Sulmona una vera e propria spoliazione in quanto verrà declassato da Ospedale sede di DEA di I Livello a Presidio Ospedaliero di Base e, pertanto, sarà dotato soltanto delle Unità Operative di Pronto Soccorso, Anestesia, Medicina, Chirurgia, Ortopedia, Radiologia e Laboratorio analisi.Saranno chiuse le Unità Operative di Cardiologia e Utic,
Traumatologia, Ostetricia e Ginecologia, Pediatria e Neonatalogia, Neurologia, Endoscopia e Laparoscopia chirurgica, Ematologia Oncologia, Oculistica, Otorinolaringoiatria, Urologia, Allergologia, Anatomia patologica, Centro trasfusionale, Diabetologia, Diagnostica vascolare, Angiologia, Medicina nucleare, Nefrologia, Dialisi e Terapia fisica"si legge in una nota giunta in redazione a firma di Aldo Ronci."Per le Aree Interne Montane in via di spopolamento, la disponibilità dei servizi essenziali (scolastici, sanitari e dei trasporti) contribuisce ad aumentare il benessere dei residenti ed è la pre-condizione per l’innesco dello sviluppo locale in quanto garantisce il permanere della popolazione  e incrementa l’attrattività dei territori.La chiusura delle Unità Operative dell’Ospedale di Sulmona, descritte prima: costituirà un ostacolo per qualsiasi strategia locale di sviluppo perché renderà incerte e insoddisfacenti le prospettive di vita degli individui che risiedono o vorranno venire a risiedere in questi territori; comporterà per i residenti nel Centro Abruzzo (di cui uno su quattro ultrasessantacinquenni) un peggioramento della qualità della vita e li costringerà a spostamenti lunghi, defaticanti e costosi verso l’Ospedale dell’Aquila; determinerà un progressivo ulteriore spopolamento e una crescente emarginazione del Centro Abruzzo.Lo svuotamento dell’ospedale di Sulmona dipende dal fatto che il decreto Lorenzin prevede per i presidi ospedalieri  di  I  livello  un  bacino  di  utenza compreso tra 150.000 e  300.000  abitanti.Ci troviamo di fronte a un tipico taglio lineare che la stessa Lorenzin ripetutamente dichiara di non voler applicare. Viene spontaneo chiedersi come mai nessuno ha riflettuto al fatto che un bacino di utenza non può essere lo stesso nei territori della Pianura  Padana o del Tavoliere delle Puglie e nei territori che si trovano sulla Dorsale Appenninica caratterizzati dalla presenza di piccoli comuni in via di spopolamento, in zone montagnose e con bassa densità abitativa. Si pensi alla Provincia dell’Aquila che ha il suo territorio tutto in  zona montagnosa nella quale si trovano le tre vette più alte dell’Appennino (Gran sasso, Maiella e Monte Velino).Sicuramente ci saranno in Italia numerosi altri territori montani che si troveranno nelle stessa situazione del Centro Abruzzzo che, pur avendone diritto, saranno privati dell’Ospedale sede di DEA di I livello e insieme occorre creare una mobilitazione contro i tagli lineari del Decreto Lorenzin"