Se da un lato disponendo bancarelle indistinte di scarpe, bigiotteria e “pugliesità” non si tutela l’immagine della città, dall’altra non si sostengono la preziosità dei sapori e l’importanza delle tradizioni locali rappresentate dai nostri produttori e dai nostri artigiani.La nuova amministrazione non potrà esimersi dall’aprire una riflessione profonda e concreta, che punti ad una visione più aderente all’ampio patrimonio cui una fiera può attingere, affinché possa realmente portare benefici in termini di qualità dell’offerta e di crescita economica delle piccole realtà, che vanno tutelate e incoraggiate.Limitare la provenienza dei prodotti da collocare negli stand, approvando esclusivamente quelli del nostro territorio, è una scelta che da sola non determina certezza nella qualità.Bisogna quindi creare una selezione, come si fa già da tempo in altre nazioni, concedendo un “patentino di qualità e territorialità” che, garantendo la filiera corta, immetta sul mercato solo materie prime di livello ed artigianato storico e caratteristico nonché formazione degli operatori.Si darebbe così un aiuto concreto, con scambio di conoscenza e opportunità commerciale, ai tanti giovani che stanno tornando ad attività della terra, alla gastronomia locale e al piccolo artigianato, riscoprendo lo scrigno della nostra cultura e della unicità che tutti amano e che vorrebbero trovare nella nostra città, invece del solito ricambio del Folletto".
Avv. Anna Berghella
Presidente
DMC Cuore dell'Appennino