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lunedì 29 maggio 2017

IL PROGETTO DI NUOVA SEGGIOVIA A GAMBERALE APPRODA AL COMITATO CRR-VIA WWF E SALVIAMO L’ORSO NE CHIEDONO LA BOCCIATURA

Il progetto di nuova seggiovia a Gamberale approda al Comitato CRR-VIA
WWF e SALVIAMO l’ORSO ne chiedono la bocciatura nel rispetto per l’ambiente e per le specie protette, più che mai in un Parco Nazionale. Le due associazioni hanno incaricato uno studio legale di seguire la pratica

GAMBERALE - Il 30 Maggio il Comitato regionale per la  Valutazione di incidenza ambientale (VIA) esaminerà il progetto di una nuova seggiovia a Gamberale (CH), un impianto che WWF e Salviamo l’Orso giudicano estremamente dannoso per l’ambiente e sostanzialmente inutile per l’economia locale. Un progetto destinato a sprecare risorse pubbliche e che sembra non voler tenere conto del fatto che l’impianto precedente era fallito ed è ormai dismesso da circa 15 anni.
Davvero non si comprende quali possano essere ora le aspettative di utilizzo della struttura, soprattutto alla luce dei cambiamenti climatici in atto, che hanno accorciato il periodo di innevamento e alzato la quota neve rendendo la pratica dello sci improponibile a queste quote in Appennino. Sarebbe infatti assurdo anche solo ipotizzare l’uso massiccio dei cosiddetti “cannoni da neve” che, al di là delle gravi conseguenze ambientali, aumenterebbero a dismisura i costi rendendo ancor più improponibile l’ipotesi di costruire questa nuova seggiovia.

Il progetto, come già segnalato da WWF e Salviamo l’Orso in sede di osservazioni nell’ambito della procedura VIA, crea danni potenziali a numerose specie faunistiche, in particolare a quelle di interesse comunitario inserite negli Allegati II e IV della Direttiva 92/43/CE (Direttiva Habitat), tra cui l’Aquila reale e l’Orso bruno marsicano, orso che in questi anni ha ricolonizzato l’area ed è specie non solo protetta in sede europea ma oggetto di un piano speciale di tutela (PATOM) rilanciato in questi ultimi anni dal Ministero dell’Ambiente e dalla Regione Abruzzo. L’area in esame, situata all’interno del Parco Nazionale della Majella, è soggetta al vincolo paesaggistico; ricade in una Zona di Protezione Speciale; fa parte dell’ IBA (Important Bird Area) Majella, Monti Pizzi e Monti Frentani; è posta sul confine del SIC “Monti Pizzi-Monte Secine”; rientra nella core area del PATOM e in una delle due Macrozone (A-B) designate dalla Regione Abruzzo per non compromettere l’habitat dell’orso.
In questa vicenda abbiamo registrato anche un momento involontariamente comico, ma indicativo di una pratica diffusa e giustamente censurata, dopo la segnalazione delle associazioni, anche dal Ministero dell’Ambiente, vale a dire la VINCA approvata dal Comune di Gamberale in cui le giustificazioni al progetto si basano su assunti talvolta persino grotteschi come quando si è sostenuto che l’orso marsicano si ciba di pesce e quindi non frequenta l’area in oggetto… Ci auguriamo che i funzionari della Regione richiamino gli Enti a vigilare sulla qualità di questi documenti/valutazioni prima che tutti i cittadini abruzzesi ne debbano pagare le conseguenze sotto la forma di infrazioni alla legislazione ed ai regolamenti comunitari.
Inoltre pochi giorni fa il WWF e Salviamo l’Orso hanno contattato uno studio legale e hanno scritto, attraverso l’avv. Michele Pezone, una lettera al Comitato VIA e ai competenti uffici della Regione Abruzzo, al Comune di Gamberale e al Ministero dell’Ambiente in cui si richiama in primis al rispetto della Delibera Regionale n. 877 del 27/12/2016 (Misure generali di conservazione per la tutela dei siti della Rete Natura 2000 della Regione Abruzzo) che vieta esplicitamente la costruzione di nuovi impianti da sci nelle aree della Rete Natura 2000, in questo caso all’interno di un Parco nazionale il cui compito principale è preservare la natura dei luoghi. “Una delibera – sottolineano il delegato WWF Abruzzo Luciano Di Tizio e il presidente di Salviamo l’Orso Stefano Orlandini – certamente molto importante ma che al tirar delle somme rappresenta solo un ulteriore motivo che si aggiunge ai tanti altri che giustificano ampiamente l’immediata bocciatura di un progetto che non avrebbe dovuto neanche essere proposto”.