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domenica 3 settembre 2017

567^ CORSA DEGLI ZINGARI DI PACENTRO, VINCE ALESSIO MARCAURELIO

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PACENTRO - La "Corsa degli Zingari", giunta ormai alla 567esima edizione è stata vinta da Alessio Marcaurelio.Il 22enne pacentrano ha vinto la sua sesta corsa.Lo scorso anno è arrivato secondo dietro Simone Di Loreto, che quest'anno non ha partecipato alla competizione.Dietro Marcaurelio, che ha percorso l'intero tracciato in 5 minuti,  è arrivato Stefano Lotito, lo scorso anno terzo.Leon Freyene è giunto terzo, Leonardo Ultimo quarto.
 La corsa è preceduta da un programma religioso di devozione alla Madonna di Loreto,
poi intorno alle ore 16.30 la corsa degli zingarelli, corrono bambini del luogo per le strade del paese, ed infine alle 18.30 circa la Corsa degli Zingari.
La corsa degli zingari, è un esempio di come la tradizione, il paganesimo ed il cristianesimo si fondono per dar vita a manifestazioni che affondano le radici nel buio dei tempi.
La corsa in realtà non è solo un evento sportivo, ma un rito, una manifestazione di culto e di devozione.


 Si hanno notizie certe che la corsa si effettua da oltre 560 anni, ma le origini del particolare evento, risalgono, con molta probabilità, ai riti precristiani; antichi rituali delle popolazioni peligne detti juvenilia, oppure lupercalia dedicati al dio Luperco: un fauno.
Tali riti avevano lo scopo di purificare le greggi e preservarle dalle insidie dei lupi.
La particolarità di questa corsa consiste nel fatto che gli atleti corrono a piedi nudi, non su un percorso piano, una pista od un campo sportivo, ma lungo il crinale di una montagna irto di rovi e di asperità.
Cosa spinge questi giovani a partecipare ad una corsa così massacrante? Difficile da dire, forse dimostrazione di coraggio, amore per il proprio paese e le sue tradizioni, ma anche un non celato, sentimento di religiosità; la manifestazione è infatti legata alla devozione per la Madonna di Loreto il cui tempio costituisce il traguardo della corsa.
Cosa spinge migliaia di persone: anche forestieri e turisti, ad assistere alla corsa, assiepate sulle strade ed i pianori collinosi intorno al paese? Difficile da dire, ma il coinvolgimento è notevole.
Innanzitutto diciamo che i partecipanti non sono zingari (se per zingari intendiamo individui di etnìa rom) ma si tratta giovani del luogo.
Il termine zingaro nel dialetto locale, zinghere indica chi cammina a piedi nudi, come riferisce Raffaele Santini, oppure chi ha perso “ogni avere”. A Pacentro esiste ancora un modo di dire: ha rimaste zinghere e nnude.
Ma veniamo al giorno della corsa: la dura competizione prende il via intorno alle 18.30,
I partecipanti si radunano sotto la “pietra spaccata” una roccia dipinta coi colori della bandiera italiana che si trova lungo il pendio del Colle Ardingo, la montagna che costituisce il percorso della competizione e si erge maestosa proprio di fronte al paese.
La corsa è preceduta da una processione in onore della Madonna e da salve di fuochi d’artificio. Terminati gli spari seguono minuti di silenzio, i corridori attendono il via, volti tesi, negli sguardi però la fierezza di partecipare ad una competizione che non è solo una corsa od uno sport estremo, ma un vero rito propiziatorio.
Poi il via, dato dalla campanella della Chiesetta di Santa Maria di Loreto.
I partecipanti (mediamente 30-40) si lanciano a precipizio lungo il crinale della montagna incitati dagli applausi e dalle urla degli spettatori assiepati lungo le strade esterne del paese. I più bravi terminano la corsa in pochi minuti, ma i loro piedi soffrono, offesi dai rovi e dalle asperità del terreno, ogni concorrente porta intorno alla bocca un fazzoletto da mordere per meglio sopportare il dolore che verso la fine della gara diventa insopportabile.
Ecco che dalle viuzze sbuca il primo concorrente, il traguardo è costituito dalla chiesetta della Madonna di Loreto, il giovane entra e si accascia esausto e dolorante sul pavimento.
Un gruppo di infermieri, già pronti ed attrezzati, presta le cure necessarie. Poi via via giungono tutti gli altri; si lasciano cadere sul pavimento e si affidano alle cure dei volontari della Croce Rossa.
Dopo le medicazioni, lenito il dolore, i concorrenti vengono portati in trionfo per le strade del paese da amici e parenti non è raro che anche i turisti, trascinati da una sorta di partecipazione, si uniscano al corteo inneggiando ai vincitori.
Una volta il premio era un taglio di stoffa, oggi una discreta sommetta di danaro. Ma il vero premio per i giovani pacentrani è la soddisfazione, l’orgoglio, il sentimento di religiosità per aver partecipato ad un evento non solo sportivo ma un atto di riverenza verso la Madonna di Loreto.




Marcaurelio con il sindaco Angellilli

Marcaurelio e Simone Di Loreto



i due italo- americani tornati a Pacentro per correre