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domenica 19 novembre 2017

APERTA LA CAMERA ARDENTE DEL GENERALE GUIDO CONTI

SULMONA – Non c’è nessun collegamento fra la morte del generale Guido Conti e la tragedia di Rigopiano. Lo hanno fatto sapere i famigliari dopo lo stralcio della lettera che l’ex forestale avrebbe lasciato alla sorella Silvia, alla moglie e alle due figlie, lettere poste sotto sequestro che non sono ancora arrivate in mano ai destinatari. A svelarne un passaggio del contenuto è stata l’agenzia Adnkrons dove Conti parlerebbe del centro benessere di Rigopiano, dove non ci sono state vittime, e della domanda che di tanto in tanto riaffiorava nella sua mente: “potevo dare di più?”.
Ma tra la vicenda di Farindola e la tragica fine dell’ex forestale non ci sarebbe alcun collegamento. Stamane intanto è stata allestita la camera ardente nel pianterreno del Palazzo di Giustizia. Un via vai di gente. In tanti, istituzioni comprese, stanno rendendo omaggio al generale.

Foto ANSA
Fra gli altri sono passati amministratori cittadini con il Presidente del Consiglio Comunale Katia Di Marzio e l’assessore Stefano Mariani, il Procuratore Capo della Repubblica Giuseppe Bellelli, il Presidente del Tribunale di Sulmona Giorgio Di Benedetto. A fare quadrato alla salma i carabinieri della stazione di Sulmona. Vicino alla bara la moglie Anna e le figlie Arianna e Federica e la sorella di Conti Silvia, comandante della sezione della Polstrada di Pescara. La salma resterà in esposizione vino alle 20 di oggi quando la camera ardente sarà chiusa per essere riaperta domani mattina alle 9,00. Alle 13,00 la salma sarà traslata nella chiesa di Santa Maria della Tomba dove alle 15,00 si terranno i funerali. L’ex forestale aveva da poco assunto un incarico alla Total ma due giorni prima della tragica fine si sarebbe dimesso. Un particolare che non ferma le indagini.


PARLANO FAMILIARI DI CONTI: “MORTE ASSOCIATA A RIGOPIANO? COSÌ SI AGGIUNGE ALTRO DOLORE”
“Apprendiamo con immenso dolore che la morte del nostro caro congiunto sia stata messa in relazione alla tragedia di Rigopiano. Stupisce che questa correlazione sia stata da taluni ipotizzata in assenza di qualsiasi collegamento diretto e indiretto tra l’attività svolta dal dottor Conti e le vittime di Rigopiano. Tutto ciò aggiunge dolore al dolore. La pubblicazione poi del contenuto delle lettere, tuttora a noi famigliari sconosciuto, ci lascia profondamente colpiti e amareggiati”. E’ quanto dichiarano i famigliari del generale Guido Conti, trovato morto venerdì sera sulla strada provinciale morronese, dopo l’associazione della tragica fine dell’ex forestale alla tragedia di Rigopiano. In una delle due lettere ai familiari, stando al contenuto diffuso da un’agenzia, l’ex investigatore protagonista del processo sulla mega discarica di Bussi sul Tirino, aveva scritto che “da quando è accaduta la tragedia di Rigopiano la mia vita è cambiata. Quelle vittime mi pesano come un macigno. Perchè tra i tanti atti ci sono anche prescrizioni a mia firma. Non per l’albergo, di cui non so nulla, me per l’edificazione del centro benessere”. L’autorizzazione si riferisce all’ok per la piscina e al rischio frana dell’impianto. Nella lettera Conti prosegue chiedendosi “Potevo fare di più? Nel senso potevo scavare e prestare maggiore attenzione in indagini per mettere intoppi o ostacolare quella pratica? Probabilmente no ma avrei potuto creare problemi, fastidi. Vivo con il cruccio”, conclude. Ma l’associazione tra la tragica fine dell’ex forestale e la tragedia di Rigopiano non è piaciuta ai familiari che fanno capire a chiare lettere che tra i fatti non esiste alcun nesso logico.