Dalla carenza di personale alla sanità sul territorio fino ad arrivare al sistema di organizzazione intraospedaliero, Facchini si è sempre schierato dalla parte degli utenti, raccogliendo e verificando le loro esigenze, ponendosi come valido interlocutore verso le istituzioni. Le scorse settimane la malattia lo aveva costretto a un nuovo ricovero presso il nosocomio di Sulmona.
Le speranze per i medici erano cessate qualche settimana fa quando Facchini entrò in coma irreversibile. Quasi per miracolo si risvegliò dopo qualche ora ma il quadro clinico era abbastanza critico. Oggi il suo cuore ha cessato di battere con il grande sgomento e dispiacere dello staff del Tribunale per i diritti del malato, dell’avvocato Catia Puglielli e di quanti lo hanno conosciuto. Un condottiero che non ha mai abbassato la testa per difendere i diritti dei più deboli. Per volontà di Facchini non ci sarà il funerale ma solo il saluto laico al cimitero.