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venerdì 3 luglio 2020

SNAM :"NON SARA’ UNA SENTENZA A FERMARE LA LOTTA"

SULMONA - "Siamo fiduciosi che la sentenza del Consiglio di Stato,  attesa per fine estate, –  come ha annunciato il Sindaco di Sulmona  Annamaria Casini –  riconosca finalmente le ragioni di quanti  da oltre 12 anni si stanno battendo contro il disastroso progetto della Snam.La nostra fiducia è giustificata dal fatto che lo stesso Consiglio di Stato, con una importante sentenza del 29 novembre 2018 (la 6777) ,  ha sancito che “L’Autorità procedente è tenuta a valutare le possibili alternative alla soluzione proposta, ivi compresa l’alternativa di non realizzare l’intervento in quanto inutile o poco utile”. L’autorità procedente, inoltre, “deve compiere un attento e puntuale bilanciamento dei delicati e rilevanti interessi in gioco al fine di privilegiare la soluzione maggiormente funzionale al perseguimento del pubblico interesse e maggiormente idonea a non ledere inutilmente, o in maniera sproporzionata, gli altri interessi pubblici e privati coinvolti”.
Nel caso in questione il progetto Snam riguarda opere totalmente inutili in quanto  tutti gli scenari futuri prevedono una diminuzione dei consumi di gas. Il Piano energia e clima del Governo Italiano, trasmesso all’Unione Europea,  stima in 60  miliardi di metri cubi il consumo di metano al 2030, consumo che oggi è di circa 75 miliardi. Perciò la mancata realizzazione della centrale e del metanodotto non provocherebbe  nessuna conseguenza  nella funzionalità del sistema di distribuzione del gas in Italia, anzi gli impianti esistenti sono già sovradimensionati rispetto al fabbisogno interno.
Risulta pertanto del tutto anacronistica la sentenza del TAR del Lazio che -  dopo ben 9 anni ! – ha respinto il ricorso del Comune dell’Aquila contro il decreto del Ministero dell’Ambiente che ha dato il via libera alla compatibilità ambientale del progetto Snam . Il decreto V.I.A. è vecchio di 10 anni. Le sue motivazioni, che erano già fortemente inadeguate allora, oggi appaiono del tutto superate dalla realtà.
Basti pensare all’enorme crescita delle energie rinnovabili in questi 10 anni e agli impegni assunti dall’Italia e dall’Europa per il rispetto dell’accordo di Parigi sul clima che prevede l’azzeramento delle emissioni da fonti fossili, gas compreso, entro il 2050.
Il richiamo alle numerose prescrizioni che, secondo il TAR, esprimerebbero l’attenzione riservata all’ambiente, sono invece la evidente dimostrazione dell’inadeguatezza della pronuncia della commissione V.I.A. perché quelle prescrizioni dovevano essere altrettanti approfondimenti scientifici che la Snam era tenuta necessariamente a fare prima di presentare il suo progetto e che comunque la commissione doveva richiedere ed ottenere prima di dichiarare conclusa la procedura di valutazione ambientale.
Uno degli aspetti più eclatanti è quello della superficialità con sui è stata affrontata l’importantissima questione della sismicità dei territori attraversati dall’opera, con dati sottostimati.  Non a caso nel 2018 il Ministero dello Sviluppo economico si impegnava formalmente a far effettuare  ulteriori studi sismici sia per la centrale che per il metanodotto, studi dei quali finora non abbiamo avuto alcuna notizia.
Il progetto è sì “strategico”, ma solo per i profitti della Snam e delle varie lobby che ne sostengono la necessità. Perché, dunque, realizzare a tutti i costi una infrastruttura (centrale e metanodotto) che non risponde all’interesse generale? Perché i profitti della Snam e delle altre aziende del settore devono essere preminenti sull’ambiente, la salute e la sicurezza dei cittadini?
Auspichiamo che il Comune dell’Aquila, coerentemente con le posizioni da sempre assunte sulla questione,   proponga ricorso al Consiglio di  Stato contro la sentenza negativa del TAR del Lazio.
Oggi, ancor più di ieri, ci sono  validissime ragioni per impedire la realizzazione di un progetto non solo inutile ma anche dannoso e pericoloso".

                                                                                                               Coordinamento No Hub del Gas

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