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mercoledì 11 luglio 2012

"PAESI, PASTORI E VIANDANTI". DAGLI UFFIZI DI FIRENZE A SANTO STEFANO DI SESSANIO


SANTO STEFANO DI SESSANIO- “Paesi, pastori e viandanti”, Marmi antichi e visioni dipinte dagli Uffizi a Santo Stefano di Sessanio. E' stata inaugurata questa mattina a Santo Stefano di Sessanio la mostra di opere d’arte della Galleria degli Uffizi dedicata ai temi del paesaggio e della pastorizia. L'esposizione resterà visitabile fino al 30 settembre. Con questa seconda iniziativa, consolidato il rapporto di
collaborazione culturale nato lo scorso anno 2011 con la mostra “Condivisione di affetti” tra i promotori dell’iniziativa, il Comune di Santo Stefano di Sessanio, la Galleria degli Uffizi di Firenze, il Comitato per il rilancio di Santo Stefano di Sessanio e l’Agenzia di Comunicazione Carsa di Pescara. 29  le opere esposte, provenienti dal patrimonio del museo fiorentino che andranno a impreziosire la sede municipale e alcuni suggestivi e caratteristici
locali distribuiti nel centro storico del borgo – Le Carceri e le Botteghe dell’artigianato domestico, dei decotti e dei fermentati – riproponendo la formula itinerante che la scorsa edizione aveva riscosso un ottimo consenso e presentando aspetti importanti della realtà rurale: Firenze, il paesaggio e i mestieri legati alla vita montana e contadina.
Una ‘condivisione di affetti’ – quella tra Firenze e Santo Stefano di Sessanio – che si rinnova con l’intento di affiancare al momento della “ricostruzione”, tema dominante della prima edizione, che si inseriva nei programmi di recupero dei borghi dell’aquilano devastati dal terremoto, la riscoperta dei legami storici e commerciali e delle reciproche influenze culturali tra Abruzzo e Toscana.
Pubblico delle grandi occasioni questa mattina al taglio del nastro. Presente il Presidente del Consiglio Comunale di Firenze, Eugenio Giani insieme al Gonfalone della Città di Firenze, lo storico stendardo del capoluogo toscano che accompagna le manifestazioni solenni e che il Sindaco Renzi ha voluto concedere quale segno di amicizia nei confronti del borgo mediceo e dei suoi abitanti.  “Il legame di Firenze con Santo Stefano di Sessanio – ha commentato Giani – è qualcosa di molto particolare che nelle radici della storia comune del feudo mediceo ha ritrovato continuità con la solidarietà del dover vivere un’emergenza drammatica e imprevedibile qual è stata quella del terremoto di Abruzzo del 2009. Il crollo della torre medicea e la necessità conseguente di ricostruirla,  ha generato la voglia di un apporto che nella prima fase si è concretizzato con le due mostre degli Uffizi, ma che dovrà trovare ulteriore linfa per raccogliere le risorse necessarie a riprodurre lo skyline di Santo Stefano di Sessanio esattamente qual’era prima del terremoto”.
Emozionato e commosso il Sindaco Antonio D’Aloisio che ha presentato questo grande evento culturale come “un’ulteriore sfida lanciata da uno dei borghi più piccoli del territorio colpito dal terremoto che intende con fierezza portare avanti il suo progetto finalizzato alla rinascita e che in questa ulteriore fase porterà al pieno coinvolgimento della Città di Firenze e dei fiorentini, alla riscoperta dei legami storici e commerciali, delle reciproche influenze, da quella artistica, culturale, a quella delle tradizioni e della gastronomia. Ci auguriamo che la nostra esperienza possa divenire un modello di sviluppo per tanti borghi colpiti dal sisma e rappresentare un motore di un rinnovato sviluppo sociale ed economico.”
Ad Antonio Natali, Direttore della Galleria degli Uffizi, il compito di illustrare la mostra e spiegare il perché della condivisione di affetti con Santo Stefano di Sessanio “I centri minori sono al centro dei nostri interessi. Nel caso di Santo Stefano di Sessanio tutto è nato dagli Amici degli Uffizi che lo scorso anno proposero di allestire una mostra e io ne fui subito entusiasta per la bellezza del luogo, per come è stato conservato, per come si configura.
Condivisione di Affetti perché gli Uffizi nascono due anni dopo l’amicizia di Firenze con Santo Stefano di Sessanio. In quel palazzo dei Signori rappresentato nel quadro esposto nella sala municipale, fu deciso nel 1579 di acquisire il Marchesato di Capestrano di cui Santo Stefano di Sessanio faceva parte. Due anni dopo lo stesso gran duca Francesco I, che aveva acquisito il marchesato, decise di realizzare il suo sogno di Galleria nel palazzo che il padre aveva fatto costruire per esigenze amministrative. Due luoghi non potrebbero essere più uniti di così. Nella prima mostra erano state scelte opere che attestavano una comunanza, una condivisione di affetti, appunto. Per questa mostra si è deciso di privilegiare opere che attestano temi che sono molto vicini a Santo Stefano di Sessanio, vale a dire il paesaggio, la bellezza di questi luoghi, la pastorizia che ha unito, da un punto di vista economico, le nostre comunità, i viandanti, ossia gli antichi viaggiatori.

  C’è in mostra una scultura di straordinaria poesia che è stato chiamata il viandante, o il pastore, o identificata come un poeta antico che fa parte di un complesso più grande e che è molto rinomata agli Uffizi. Un viandante che se ne sta assorto, a meditare con lo sguardo perso….qualcosa che va oltre il contingente. Io mi auguro che quel viandante sia di buon auspicio per Santo Stefano di Sessanio e che tanti vengano in questo splendido borgo. Dai musei e dalla storia dell’arte in generale bisogna aspettarsi un’umanità diversa. Auspico che venendo a Santo Stefano di Sessanio si sappia riconoscere la bellezza di questo luogo, si sappiano riconoscere le opere e la loro poesia ma che si sappia soprattutto riconoscere la bellezza in ogni momento della vita partendo soprattutto dall’etica.”
“Tutelare il rapporto tra il costruito e il territorio in questi borghi incastellati che tanto caratterizzano il centro-sud Italia è una grandissima battaglia di civiltà e forse Santo Stefano avrà il privilegio di essere il primo borgo italiano a portare avanti un progetto di rilancio e di sviluppo a edificazione zero. Un progetto che possa rappresentare un modello di sviluppo per tante aree marginali del nostro paese in cui, ad oggi, si trovano circa 2.000 borghi storici abbandonati e altri 15.000 che hanno le caratteristiche di Santo Stefano di Sessanio – è l’auspicio di Daniele Kihlgren, l’imprenditore italo-svedese il cui modello di “albergo diffuso” ha aperto di fatto la strada alla riqualificazione di tanti piccoli borghi storici abbandonati o spopolati, facendo di Santo Stefano di Sessanio uno dei luoghi più famosi d’Italia e apprezzato a livello internazionale.
“Mantenere il rapporto tra il borgo e il paesaggio circostante e conservare le caratteristiche di integrità storico–architettonica, paesaggistica e antropologica: il progetto di Santo Stefano di Sessanio si è basato su queste scelte – ha aggiunto Walter Mazzitti, Presidente del Comitato per la Rinascita di Santo Stefano di Sessanio – E su di esse nasce quello che oggi, a livello mondiale, viene indicato come il “Modello Santo Stefano”. Un modello che vede nella conservazione integrale delle architetture, degli arredi, del paesaggio circostante e dei sapori, il punto di forza strategico che ha portato, fino a prima del disastroso terremoto del 2009, a una rinascita economica del Paese.  Sono convinto che tocchi ora alla cultura e all’arte giocare un ruolo determinante per la ripresa. Il patrimonio su cui fondare la rinascita è insito nella nostra storia, nelle nostre architetture, nella tradizione millenaria e nel nostro inimitabile paesaggio.”
“In un momento economico così complesso  – ha sottolineato Roberto Di Vincenzo di Carsa - la forza di questa iniziativa risiede anche nel felice ed efficace connubio tra pubblico, privato e territorio. Tutto il sistema territoriale – istituzionale, ricettivo, dei trasporti – si è fatto coinvolgere in una rete virtuosa di comunicazione che di fatto ha permesso di attivare, senza aggravi, canali promozionali che integrano e amplificano l’azione comunicativa.”
Numerose le Autorità presenti alla Cerimonia: Umberto De Augustinis, Vice Segretario Generale della Presidenza del Consiglio dei Ministri, Mauro Di Dalmazio, Assessore Regionale al Turismo, Nazario Pagano, Presidente del Consiglio Regionale d’Abruzzo, Giovanna Maria Rita Iurato, Prefetto dell’Aquila, Lorenzo Santilli, Presidente della Camera di Commercio dell’Aquila, Roberto Marotta, Presidente della Fondazione Carispaq, Fabrizio Magani, Direttore Regionale per i Beni Culturali e Pesaggistici dell'Abruzzo, Carmine D'Aloisio, Consigliere del Ministro per gli Affari Commerciali dell’Ambasciata Americana a Roma e Gianni Letta che ha chiuso gli interventi.
Nel ringraziare per il privilegio di essere stato nominato presidente del Comitato culturale d’Onore della Mostra, Letta ha sottolineato come il titolo della Mostra dovesse essere completato “Poeti, paesi, pastori e viandanti.  Poeti in relazione a quello che oggi ci hanno detto personalità così illustri venute con uno spirito così aperto qui alle pendici del Gran Sasso. Altissimi e appropriati gli interventi a difesa del valore del paesaggio e di denuncia dello sfregio, dei tanti sfregi che la politica, e non solo, ha inferto al nostro territorio. I borghi antichi sono testimonianza di una civiltà migliore di quella attuale, espressione dello straordinario retaggio che è il patrimonio artistico-archeologico-monumentale italiano, e come tali vanno tutelati”.