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venerdì 31 ottobre 2014

"GABRIELE D'ANNUNZIO TRA L'INGHILTERRA E L'ABRUZZO DI ANTONIO DE NINO"


(video)
PRATOLA - Presso la Sala Consiliare del Comune di Pratola Peligna, il Prof.  Raffaele Giannantonio ha tenuto ieri per il Centro Nazionale di Ricerche "Antonio De Nino" una conferenza dal titolo “Gabriele D'Annunzio tra l'Inghilterra e l'Abruzzo di Antonio De Nino".L'incontro moderato da Emiliano Splendore Presidente del centro"Antonio De Nino"è stato introdotto dal sindaco di Pratola Antonio De Crescentiis.
Lo studioso sulmonese, membro del Direttivo del Centro Nazionale Studi Dannunziani, ha ripercorso le tappe fondamentali del rapporto tra il Vate e la terra d'Albione, inizialmente ostile nei confronti dello scandaloso poeta straniero, poi entusiasta nei confronti dell'eroico aviatore che combatteva il nemico germanico, e poi di nuovo fredda verso chi considerava il Vate del fascismo.La Grande Guerra, l'impresa di Fiume, la trasformazione della Villa Cargnacco nel Vittoriale fanno da sfondo alle mirabolanti imprese dell'uomo e del poeta, che della propria vita intendeva fare un' “opera d'arte totale”.Il nesso con la terra peligna si deve a due dame britanniche,
Anne MacDonnel e Amy Atkinson, che visitarono agli inizi del XX secolo l'Abruzzo, una scrivendo, l'altra dipingendo le loro impressioni, raccolte nel libro "In the Abruzzi", edito a Londra nel 1909. D'Annunzio è descritto a tinte forti dalla MacDonnel, che gli assegna il ruolo di maggior interprete della sua gente. Gli stupendi acquerelli della Atkinson raffigurano i paesi della Valle Peligna e del Sagittario i cui segreti il Vate penetrò grazie al suo amico e sodale Antonio De Nino, tanto da ambientare scene di suoi celebri romanzi nel territorio di Sulmona.In conclusione il Prof. Raffaele Giannantonio citerà un gustoso e poco conosciuto omaggio di D'Annunzio alle nobildonne sulmonesi in villeggiatura a Francavilla al Mare dov'egli, per finanziare la sua arte, scriveva articoli di costume per "La Tribuna" di Roma. Grandi eventi, come la prima Guerra Mondiale, e grandi personaggi, come Ovidio, il cui bimillenario è ormai alle porte, e del quale il Vate si considerava l'erede abruzzese, accompagnano questo breve ed intenso viaggio in compagnia di una figura ancora da conoscere a fondo, principale ambasciatore d'Abruzzo accanto all'immortale poeta delle Metamorfosi.