SULMONA - La rimodulazione sui Fas a favore dei Contratti di Sviluppo non si tocca. Per le piccole medie imprese è stato proposto ai sindaci di rimodulare i fondi previsti per il “pubblico”.Il vice presidente della Regione Giovanni Lolli è intervenuto ieri sera a Sulmona al tavolo di partenariato convocato d’urgenza dalla vice presidente della Provincia Antonella Di Nino alla luce della rimodulazione dei fondi previsti per il privato con 3,5 milioni di euro tolti alle piccole e medie imprese per destinarli ai Contratti di Sviluppo la cui disponibilità arriva ora a 6milioni di euro.
Lolli ha spiegato la linea della Regione che è quella di favorire le grande industria. Al bando dei Contratti di Sviluppo oltre alla Magneti Marelli parteciperanno anche altre due aziende. Da questo discorso esce penalizzata la piccola e media impresa in quanto dagli iniziali 5,2 milioni di euro adesso ve ne sono soltanto 1,7.
Ci sono stati interventi volti a far capire che 1,7 milioni di euro sono pochi e non serviranno a nulla e che prima di procedere alla rimodulazione, dopo l’incontro del 31 ottobre scorso nell’aula consiliare del Comune, sarebbe stato necessario consultare il tavolo di partenariato. A sottolineare questi aspetti anche il sindaco di Sulmona Peppino Ranalli. Al termine è arrivata la proposta di Lolli che è quella di rimettere mano al “pubblico” per destinare parte dei fondi al “privato” ed in particolare alle piccole e medie imprese. C’è tempo infatti per procedere anche a quest’ulteriore rimodulazione. “Si dovranno mandare avanti solo quei progetti cantierabili, per gli altri anziché sprecare i soldi sarà bene dirottarli alle piccole e medie imprese”. Ha detto Lolli rivolto ai sindaci che hanno ora il compito di indicare cosa finanziare e non di quello che è previsto per il pubblico. Nella partita dei Fas non ancora chiusa torna in discussione a questo punto il Collettore turistico, previsto con 4milioni 600mila euro, che era stato condiviso da tutti i sindaci dopo oltre due anni di incontri. Quello che conta è però l’occupazione che si potrà avere solo con la grande impresa.