“La situazione è gravissima – è intervenuto Vincenzo Margiotta, presidente del Gal Abruzzo Italico Alto Sangro – le aziende sono allo stremo sia per i contributi non liquidati, sia per la proliferazione dei cinghiali contro cui la Regione non è in grado di fare nulla”.
L’atto di citazione sarà affidato ad un pool di avvocati, che si sono prestati gratuitamente alla causa, mentre le aziende che lo presenteranno si divideranno le spese.
L’ultimo contributo della Regione è arrivato nel 2015 e sono tre anni che l’ente è latitante costringendo le aziende a fare i salti mortali. A ciò va aggiunto che quelle che scelgono il biologico hanno bisogno dei contributi perché si abbassano la quantità della produzione e dunque i ricavi.
Sul fronte del Gal le cose non vanno meglio, coi fondi del Psr (Piano di sviluppo rurale), che non arrivano per la mancanza dei bandi regionali da tre milioni di euro da spendere entro il 2020, con le somme che vanno impegnate entro l’anno.
Per questo allevatori e agricoltori del territorio sono pronti ad una azione legale collettiva contro la Regione per gli indebitamenti a cui sono costretti e la mancata partenza dei progetti di rilancio del comparto, dovuti al Piano di sviluppo rurale rimasto al palo".
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