SULMONA - Il “miracolo” con tanto di virgolette ma non più di tanto vista l’evoluzione digitale della società è firmato dalla nuova scuola di ciclismo del Dopo Lavoro Ferroviario, presieduta da Franca Festa, e composta da tre istruttori e una ventina di iscritti, dai 5 ai 15 anni, che hanno intenzione di imparare a stare in bici. Non solo allenamenti con ostacoli e gare competitive ma anche un accordo con alcune autoscuole della vallata per corsi di educazione stradale, che saranno diversificati a seconda dei livelli e delle età, per non far trovare impreparati i bambini a condurre la bici sulla strada. Un’iniziativa che già sta riscuotendo ammirazione e successo, soprattutto perché offre altri stimoli alla crescita e allo sviluppo dei ragazzi, sempre più limitata.
Nei vari salti generazionali, già nella stagione della vita dedicata all’infanzia, è difficilissimo incrociare bambini che giocano in strada per i quartieri cittadini, come avveniva un tempo.
Già dai primissimi anni ci si mette dietro uno schermo del pc o un tablet togliendo tempo a quella fase della vita che resta di fondamentale importanza. “Abbiamo cominciato solo da sei mesi eppure il numero dei ragazzi è già salito a venti”- spiega Paolo Ferrusi uno degli istruttori abilitato- “oltre all’attività fisica in bici stiamo pensando di organizzare delle lezioni sull’alimentazioni e anche nozioni di educazione stradale”. Una realtà quindi che si sta facendo conoscere fermo restando il fatto che, tra le varie discipline sportivi, il ciclismo non sempre riesce ad avanzare in città ma non è secondo a nessuno.
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